Ogni anno un milione di TEU bypassa le nostre banchine proseguendo il viaggio verso i Paesi del Nord Europa, principalmente Olanda e Germania, dove poi avviene lo sdoganamento. Una vera e propria fuga di container che si conferma quale il sintomo più grave delle inefficienze che affliggono il nostro Paese, a cui l’alternativa offerta dagli scali del Northern Range pare porre ancora oggi rimedio.
Intercettare questo flusso di merci è l’ambizione di molti operatori, e dall’inizio di luglio anche di Enel. La Multinazionale ha infatti deciso di entrare nel settore della logistica con un progetto ben preciso: realizzare una rete di depositi doganali nelle strutture inutilizzate adiacenti alle centrali elettriche situate nelle vicinanze di porti e aeroporti e fornire così servizi ad alto valore aggiunto.
Nasce da qui Enel Logistics, la nuova società con la quale l’operatore globale dell’energia punta a dare una scossa positiva al sistema portuale nazionale, rendendolo più competitivo.
«Il gruppo Enel ha ritenuto che i propri asset non più utilizzati, come le centrali a fonti fossili fuori produzione e collocati in posizione strategica, potessero rispondere a questa domanda nel settore della logistica che è anzitutto un’esigenza dell’Italia oltre che un’opportunità di business» spiega a Port News l’amministratore delegato della Newco, Andrea Angelino.
I primi progetti pilota partiranno nelle aree della Centrale Eugenio Montale di La Spezia e all’interno del sito della centrale Marzocco a Livorno. «Il fatto di creare una rete di depositi doganali, che parte da Livorno e La Spezia ma che potrebbe allargarsi in base agli sviluppi positivi del progetto, consentirà ai clienti di beneficiare dei vantaggi tipici del regime sospensivo dei cosiddetti “diritti di confine”, relativi ai dazi all’importazione, all’Iva e alle accise, durante lo stoccaggio in uno qualsiasi dei nostri depositi delle merci, come se esse fossero sempre all’estero» continua Angelino.
Enel Logistics punta molto su Livorno: «Faremo un investimento importante in termini di sistemazione e adeguamento delle aree. Nel nostro sito industriale ci sono 33.000 metri quadrati già pronti da utilizzare per questo tipo di attività logistica. Con un restyling di alcuni ambienti, puntiamo ad essere operativi nei primi mesi del 2021».
Come illustrato dal direttore operativo del progetto, Stefano Pavan, la società intende realizzare in una parte del sito un nuovo magazzino da 6.000/10.000 metri quadrati. Le aree coperte verrebbero usate per le attività ad alto valore, come quelle di lavorazione della merce, mentre la parte restante verrebbe sfruttata per lo stoccaggio.
«Il nostro obiettivo è partire con una struttura efficiente e agile, che crei occupazione e opportunità anche per l’indotto, incrementando il traffico di merci nell’area portuale. Nei nostri siti, inoltre, punteremo su una logistica innovativa e sostenibile».
Angelino spiega che il progetto si rivolge a tutti i soggetti che nel mondo commerciano e movimentano merci verso l’Europa e che necessitano di usufruire di un deposito doganale, anche per lavorazioni intermedie sul posto prima di sdoganare la merce. «Questo crea opportunità di lavoro per tutti gli operatori presenti nell’area portuale, a partire dai terminalisti che vedrebbero aumentare gli approdi nei loro terminal».
L’ad di Enel Logistics tiene a precisare che la società non intende in alcun modo fare concorrenza ai terminalisti del porto: «Non vogliamo rubare il traffico agli altri operatori, ma portarne di nuovo, creare ricchezza aggiuntiva per il territorio. Abbiamo le idee chiare riguardo a questo e stiamo già prendendo contatto con importanti società interessate al progetto. Quel che posso dire è che non faremo i terminalisti, ma agiremo soltanto da infrastruttura, senza entrare in concorrenza con le realtà locali esistenti, ma anzi puntando a sinergie con i soggetti che già operano nei porti».
Implementare lo stoccaggio, il consolidamento e deconsolidamento dei container, oltre alle attività di distribuzione e smistamento nonché di eventuale trasformazione in loco delle merci, rappresenta per la società una chiara occasione di lavoro per l’indotto locale, il quale potrà fornire manodopera per le attività artigianali che potranno svolgersi nel deposito doganale: «L’obiettivo è creare una piattaforma logistica capillare e integrata, in modo da intercettare buona parte del flusso di merci che oggi vengono lavorate e sdoganate in altri porti di Paesi dell’Unione Europea».
Il manager sottolinea che a Livorno il progetto verrà sviluppato tenendo conto delle previsioni di Piano dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale: «Dialogheremo attivamente con l’AdSP per condividere le scelte di fondo e costituire un elemento di valore per il porto di Livorno. Il nostro primo intento è quello di collaborare con le Istituzioni per portare benefici ai cittadini e alle aziende locali».
Di una cosa Angelino è convinto: «Il riutilizzo di strutture esistenti, nel rispetto dei principi dell’economia circolare, darà notevoli vantaggi ambientali, grazie all’estensione della vita delle aree che verranno riconvertite, ma anche economici e sociali, sia attraverso la valorizzazione degli asset esistenti che pel tramite la creazione di nuovi posti di lavoro».