«D’ora in poi nessuno potrà far decadere un presidente di Autorità Portuale per mere beghe politiche. Con oggi spero possa aprirsi una fase nuova per i porti italiani, che hanno bisogno di ritrovare una piena centralità».
Raggiunto da Port News, il senatore democratico e capogruppo PD in Commissione Ambiente, Andrea Ferrazzi, esprime tutta la propria soddisfazione per l’approvazione in Senato dell’emendamento al Dl Semplificazioni che spezza l’automatismo tra la revoca del mandato del presidente di un’Autorità di Sistema Portuale e la mancata approvazione del bilancio consuntivo.
La proposta emendativa interviene sulla lettera c del comma 3 dell’articolo 7 della legge 84/94, dove con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono disposti la revoca del mandato del Presidente e lo scioglimento del Comitato di Gestione qualora i bilanci non siano approvati entro i termini previsti dalla legge.
E’ bastato sostituire le parole “sono disposti” con “possono essere disposti” per portare a casa un risultato che Ferrazzi non ha esitato a definire «fondamentale per la qualità dello sviluppo dei porti, per la competizione internazionale e per la trasparenza».
L’intervento legislativo costruito dal senatore PD «direttamente assieme al MIT, in particolare con il sottosegretario Salvatore Margiotta» prende le mosse dalla vicenda del commissariamento dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale (Venezia e Chioggia).
Come noto, la mancata approvazione, per quattro volte consecutive, del rendiconto consuntivo del 2019 da parte di due rappresentanti del Comitato di Gestione, Fabrizio Giri (Città Metropolitana di Venezia) e Maria Rosaria Anna Campitelli (Regione Lazio), ha spinto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, a commissariare l’Ente.
Nei fatti, il MIT ha però riconosciuto come l’opposizione di Giri e Campitelli non nascesse da elementi contenuti nel rendiconto (chiusosi con un avanzo di parte corrente di 26 milioni e un utile di 10,5 milioni) ma dalla vicenda del Venice Ro-Port-Mos, ritenendo quindi opportuno continuare ad affidare l’AdSP nelle mani di Pino Musolino.
«Quanto accaduto a Venezia ha del paradossale – afferma Ferrazzi – il bilancio era stato redatto nei tempi previsti dalla legge e presentava i conti in ordine. Non è stato votato per beghe politiche interne. Di fatto l’attività dell’AdSP è stata paralizzata e il suo presidente revocato per logiche estranee a quelle del buon governo».
La battaglia politica portata avanti da Ferrazzi non riguarda solo Venezia ma interessa potenzialmente tutti i porti italiani: «Abbiamo voluto sanare un vulnus legislativo che rischiava di bloccare i nostri porti».
Ma non finisce qui, l’emendamento va a modificare anche la lettera b del già richiamato comma 3 dell’art. 7, cancellando, per i casi di disavanzo del conto consuntivo, la disposizione della revoca del mandato del presidente, prevedendo che questa possa invece essere disposta «qualora siano riscontrati dai competenti organi di controllo, giurisdizionali o amministrativi, l’omesso esercizio o gravi irregolarità nell’espletamento delle funzioni e delle competenze (di cui agli artt. 8, comma 3, e 9, comma 5, della l.84/94 – Ndr)».
Per Ferrazzi si tratta di un punto qualificante dell’emendamento: «Il MIT ha tutto il diritto di poter valutare come viene gestito un porto, che comunque rimane un bene pubblico. Chi guida le AdSP deve poter essere valutato sulla base dei risultati di gestione».
A questo punto è questione di pochi giorni e la norma diventerà legge. Il Dl Semplificazioni viaggia verso la definitiva conversione.
Domani verrà votato definitivamente al Senato, dopo di che passerà alla Camera, dove dovrà essere approvato entro il 14 settembre.