Semplificare il Codice degli Appalti, puntare sulla digitalizzazione dei processi, dare piena attuazione della riforma Delrio con la messa a regime della Conferenza dei Presidenti. Per il presidente di Assoporti, Daniele Rossi, sono queste le priorità su cui puntare per affermare pienamente il ruolo strategico dei porti italiani.
Durante l’audizione presso le Commissioni riunite Bilancio (V) e Trasporti (IX) della Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, Daniele Rossi si è soffermato prima di tutto sul Piano Nazionale di Recupero e Resilienza: «Le risorse del Piano potranno sciogliere alcuni dei nodi che da tempo non consentono alla portualità nazionale di sviluppare appieno le proprie potenzialità quale accesso meridionale dei territori europei» ha detto, aggiungendo che «Rispetto ai competitor nordeuropei i porti italiani operano in un contesto amministrativo complesso, con norme burocratiche difficili e sovrapposizioni di competenze».
Per Rossi, il funzionamento efficiente della nostra macchina amministrativa appare oggi una priorità. Alcuni interventi sono necessari e non più procrastinabili, tra cui la semplificazione del Codice degli Appalti: «La politica ha preso coscienza non ancora pienamente di questa urgenza. C’è un buon punto di partenza ma la nostra ambizione è quella di avere una semplificazione ulteriore, una semplificazione vera».
Allo stesso modo occorre agire sulle competenze interministeriali che governano i porti italiani: «Si potrebbe iniziare attraverso la piena attuazione della riforma Delrio con la messa a regime della Conferenza dei Presidenti che deve essere messa in condizioni di operare con un utilizzo programmato, costante, ripetuto nell’anno. Questa conferenza dovrebbe avere poteri veri di coordinamento, pianificazione e attuazione di misure; dovrebbe essere previsto un rafforzamento degli uffici del MIT dedicati per competenza alle materie del mare, dei porti, della logistica».
C’è poi il tema della digitalizzazione dei processi, non solo quelli connessi all’import-export ma quelli di fluidificazione dell’entrata e dell’uscita dai porti, di merci e di persone, e lo sviluppo sostenibile di interventi infrastrutturali finalizzati alla transizione energetica per la riduzione delle emissioni. Per il presidente di Assoporti serve incrementare la dotazione di risorse per i collegamenti di ultimo e penultimo miglio ferroviario: «Questo doterà il sistema portuale italiano di una effettiva capacità di migliorare gli output logistico, di miglior interesse ed efficacia del lavoro nei porti; le merci non devono solo poter entrare nei porti ma ne devono poter uscire agevolmente».
Rossi si è poi soffermato sul PNRR, sottolineando come Genova e Trieste siano snodi imprescindibili per il traffico da e per il Medio Oriente ed Estremo Oriente: «Si ritiene però necessario indicare nel Piano interventi anche per gli altri porti».
Al presidente dell’AdSP di Ravenna appare inoltre importante prevedere risorse mirate alla semplificazione dei processi fra PA e settore privato, prevedendo tra le altre cose il trasferimento delle competenze di Uirnet a RAM, e l’erogazione di risorse necessarie ai Port Community Systems e agli sportelli unici amministrativi.
Occorre poi semplificare al massimo adempimenti e procedure relative alle infrastrutture, con particolare attenzione ai dragaggi che sono un nodo cruciale per il funzionamento del sistema porti. «Ciò significa introdurre normative specifiche che consentano dragaggi di manutenzione; è un elemento indispensabile senza il quale tutto il resto degli investimenti che si aggirano intorno ai porti rischia di diventare superfluo».
Dopo aver sottolineato l’importanza di una semplificazione radicale della normativa sulla ZES e le ZLS (che prevede decine di enti coinvolti e una burocrazia eccessiva), Rossi chiede nuove maggiori risorse per il 2021 finalizzate al ristoro delle attività portuali che hanno visto il proprio fatturato crollare nei tempi della pandemia.