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Interventi

Le perplessità di Filt-Cgil sul PNRR

«Non sulla pelle dei lavoratori»

di Natale Colombo

Segretario nazionale FILT-CGIL

Se il PNRR ha l’ambizione di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico del Paese oltre che a rilanciare le riforme del Paese ma passando attraverso l’azzeramento dei diritti del lavoro e lo sfruttamento dei lavoratori, allora non ci siamo affatto.

Infatti, è evidente il tentativo, nel testo pubblicato ieri, di modificare, senza alcun nesso con l’obiettivo dello stesso Piano, alcune importanti norme approvate dal Parlamento con il chiaro obiettivo, evidentemente, di destrutturare un mercato regolato quale quello dei porti e nonostante lo stesso rappresenti un valore importante per il PIL nazionale.
Nel mentre ci stiamo battendo per avere il decreto attuativo della norma prevista dall’art.199bis del DL Rilancio che ha rafforzato la normativa già esistente sull’autoproduzione delle operazioni portuali, assistiamo ad un vero e proprio blitz teso ad affossare diritti e regole che invece dovrebbero essere il caposaldo su cui rafforzare le tutele individuali e le stesse criticità sul tema della sicurezza sul lavoro.

Eppure, il nuovo dettato normativo sull’autoproduzione delle operazioni portuali non prevede nessun divieto a fronte di precise e determinate condizioni, una norma necessaria per tutelare sia i lavoratori marittimi che portuali soprattutto in termini di sicurezza sul lavoro: ad ognuno il proprio lavoro e mestiere nel rispetto delle regole per garantire la sicurezza dei lavoratori sia sulle banchine che a bordo nave.

Lo stesso intervento prospettato sul comma 7 dell’art.18 conferma il chiaro intento di rispondere alle logiche dei poteri forti volti ad affermare i monopoli piuttosto che favorire la concorrenza al fine di governare l’intera filiera produttiva attraverso economie di scala provenienti anche dalle esenzioni sulle norme antitrust europee con la realizzazione delle conseguenti alleanze (Consortia BER).

Infatti, il superamento della norma sulla cumulabilità delle concessioni in capo ad un medesimo soggetto è palesemente volta ad azzerare il principio delle concorrenza e consegnare i porti allo strapotere delle lobby del mare piuttosto che favorire competitività e sana occupazione.

Questo tema, come quello sull’autoproduzione, non può essere affrontato tra pochi intimi senza alcun confronto con le Parti sociali che da mesi stanno reiterando specifiche richieste di incontro per un puntuale e sano confronto capace di affrontare, in maniera sistemica, le vere criticità della portualità del nostro Paese per un rilancio vero teso a valorizzare gli asset e di dare risposte all’evoluzione dei traffici nei nostri porti.

Ora seguiamo con estrema attenzione la concreta evoluzione di questo chiaro tentativo di deregolamentare il lavoro nei porti accogliendo con ovvio favore le ultime notizie registrate in merito che vedrebbero il ritiro dell’intervento sull’autoproduzione mentre resterebbe in auge quello sul comma 7 dell’art.18 della L.84/94.

Resteremo vigili sull’intera vicenda e siamo pronti ad opporci immediatamente con tutti gli strumenti a nostra disposizione perché non intendiamo favorire alcuna liberalizzazione selvaggia dei porti e né tantomeno precarietà e scarsa sicurezza sul lavoro.

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