Sembra non esserci più alcun limite a ciò che i caricatori sono disposti a pagare pur di assicurarsi uno o più container a bordo delle partenze dall’Asia verso l’Europa e gli Stati Uniti.
La scorsa settimana si sono superati i 20.000 dollari per il trasporto di un contenitore da 40 piedi su entrambe le rotte commerciali. Per raggiungere Felixstowe con partenza dalla Cina si sono raggiunti i 21.000 dollari a FEU. E si narra che la prenotazione di uno slot a bordo di una nave diretta verso gli USA, con diritto allo sbarco prioritario, abbia raggiunto valori anche superiori.
Non tutti i caricatori e gli spedizionieri se la passano però allo stesso modo. Lo afferma il co fondatore e ad di Xeneta, Patrick Berglund. “Leggiamo continuamente sui media di come le tariffe di trasporto container siano salite alle stelle. Ma sulla base dei dati forniti dai nostri clienti leggiamo una situazione leggermente diversa”.
Per Berglund i 20.000 dollari a FEU non sono la regola ma l’eccezione. “In genere – dice – i vettori fanno pagare molto meno ai loro caricatori”. Anche negli accordi a breve termine c’è chi è riuscito a strappare tariffe spot decisamente più vantaggiose, molto più vicine ai valori riportati dal Freightos Baltic Index (FBX): poco meno di 11.000 dollari a FEU per i viaggi verso il Nord Europa e 6905 dollari a FEU per gli Stati Uniti.
“Non generalizziamo. Alcuni shipper stanno soffrendo molto più di altri” ha affermato Lars Jensen, ceo e partner di Vespucci Maritime, per il quale ci troviamo in una situazione in cui alcuni importatori arriveranno a guadagnare quote di mercato a spese di altrui. “In altre parole, alcuni caricatori possono trasformare un problema temporaneo in un vantaggio strategico nel lungo periodo” ha affermato l’analista.