“Con la stagione estiva già avviata si corre il rischio che molte navi non possano raggiungere le località di destinazione, perché costrette a rimanere in porto per carenza di medici di bordo”.
A lanciare l’allarme sono le Associazioni armatoriali (Confitarma e Assarmatori) unitamente all’Associazione nazionale dei medici di bordo (Medibordo).
In una nota stampa, le tre associazioni sottolineano come la figura professionale del medico di bordo sia infatti ricompresa nella tabella minima di armamento” delle navi passeggeri, cioè nel numero minimo di qualifiche professionali obbligatorie a bordo per poter navigare.
Da anni le Associazioni armatoriali lamentano la strutturale insufficienza numerica di tali figure professionali causata da incomprensibili barriere di ingresso alla professione imposte da un sistema di regole che, per come congegnato, non può più garantire l’effettiva organizzazione del servizio sanitario di bordo e di conseguenza assolvere alle finalità per le quali lo stesso fu istituito alla fine dell’800.
“A tale carenza strutturale si è sommata ora la grave emergenza sanitaria determinata dalla pandemia che ha costretto, giustamente, il Governo a concentrare tutti i suoi sforzi sulla campagna vaccinale in atto” affermano le tre Associazioni, per le quali le compagnie di navigazione incontrano oggi difficoltà insormontabili a reperire medici disponibili all’imbarco e, in molti casi, come già detto, non saranno in grado di assicurare la partenza delle navi.
“Perdurando tale situazione, è evidente a tutti il danno che ne conseguirà per l’intero settore del turismo, già duramente colpito dalla crisi, e i notevoli disagi per i residenti isolani che vedranno leso il diritto, costituzionalmente garantito, alla cosiddetta “continuità territoriale”.
Le Associazioni auspicano pertanto l’urgente adozione delle necessarie deroghe a questo sistema e la contestuale convocazione del tavolo in materia di sanità marittima già istituito presso il Ministero della Salute per superare questa normativa antistorica che dev’essere necessariamente modificata