Continua la corsa al caro noli nel trasporto containerizzato. A certificarlo, questa volta, è Container Trade Statistics, in un post su Linkedin nel quale evidenzia come i cosiddetti cigni neri stiano avendo un impatto predominante sulle attuali dinamiche di mercato.
Le inondazioni in Nord Europa, che hanno interrotto i collegamenti ferroviari; la chiusura del porto di Yanshan a causa del tifone In-Fa e l’attacco informatico che a fine luglio ha interrotto l’operatività nei terminal container nei porti di Durban, Ngqura, Port Elizabeth e Cape Town, in Sud Africa, spiegano perché – secondo CTS – i volumi global di luglio appena pubblicati, pari a 15 milioni di TEU, abbiano registrato un calo dell’1% rispetto a giugno. Il totale complessivo da inizio anno, pari a 104 milioni di TEU, è inferiore del 5,6% rispetto ai valori annuali del 2019.
Ma il dato più sorprendente è fornito dal Global Price Index, che a luglio ha raggiunto quota 161 punti, guadagnando altri 15 punti rispetto al mese precedente e proseguendo la fila positiva iniziata a gennaio. Sono praticamente raddoppiati i valori che il GPI aveva nello stesso mese del 2020, quando quotava 70 punti.
