Trasporto: cosa cambia con la Brexit?

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Dalla mezzanotte del 30 marzo prossimo il Regno Unito non farà più parte dell’Unione europea. Se nel frattempo non venisse raggiunto un accordo per regolare una eventuale fase di transizione – e il passaggio allo status di Paese Terzo – la Brexit potrebbe impattare in modo dirompente nel settore dei trasporti. Vediamo quindi brevemente quali potrebbero essere queste conseguenze,

TRASPORTO MARITTIMO
Il Trasporto marittimo è per sua stessa natura regolato da norme di rilievo mondiale, come le Convenzioni SOLAS e MARPOL che, soprattutto per quanto concerne le parti relative alla sicurezza della navigazione, rimarranno inalterate. L’uscita dall’UE del Regno Unito comporterà tuttavia la fine del diritto al cabotaggio intracomunitario tra le isole britanniche e il continente, vale a dire la possibilità della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra Stati membri. Parimenti, per gli operatori basati nel Regno Unito cesserà la possibilità di accedere su base non discriminatoria ai servizi portuali e marittimi in Europa. Inoltre non sarà più possibile il mutuo riconoscimento delle qualifiche dei lavoratori marittimi e delle attrezzature e dispositivi per la navigazione. Chiaramente il Regno Unito non farà più parte dell’European Maritime Safety Agency (EMSA). L’impatto più grave sarà proprio legato alle procedure doganali e di controllo nei porti europei e britannici dopo il 30 marzo 2019, dato che le merci lasceranno lo spazio doganale europeo per entrare in un Paese terzo e viceversa, con il conseguente aggravio in termini di tempi e costi sul carico.

TRASPORTO FERROVIARIO
La Brexit comporta l’uscita della Gran Bretagna dal Single European Rail Area (SERA). Le imprese ferroviarie europee dovranno ottenere l’autorizzazione per potere operare nel Regno Unito e viceversa, e dovranno avere le necessarie certificazioni concernenti materiale rotabile, personale e attrezzature sia con riferimento al Mercato unico europeo che a quello britannico. Come per il trasporto marittimo, il Regno Unito uscirà dall’Agenzia europea competente, l’European Railway Agency (ERA). Con la Francia dovrà entrare in vigore un accordo ad hoc per la gestione del Tunnel della Manica.

TRASPORTO STRADALE
Probabilmente ancora più severe saranno le conseguenze per il trasporto stradale, con l’assenza di una base comune per i trasporti internazionali fra Regno Unito e Unione Europea, stante la mancanza di mutuo riconoscimento a operare per le imprese stabilite nei due mercati e la fine delle operazioni di cabotaggio stradale internazionale regolate dalle norme del Mercato Unico. Terminerà anche il mutuo riconoscimento delle qualifiche dei conducenti e della documentazione dei veicoli previsti dal Regno Unito nell’Unione europea. Sarà quindi molto più difficile organizzare il trasporto stradale tra le isole britanniche e il continente (e la Repubblica d’Irlanda).

TRASPORTO AEREO
Anche per il trasporto areo la Brexit significa la fine dell’apertura del mercato europeo ai vettori basati in Gran Bretagna (ivi incluso il cabotaggio aereo), con restrizioni applicate ai Paesi terzi valide per la proprietà di vettori europei. La Brexit comporta anche in questo caso la cessazione del mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute in Gran Bretagna e nella UE-27.

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OBIETTIVI

Dalla mezzanotte del 30 marzo prossimo il Regno Unito non farà più parte dell’Unione europea. L’uscita della Gran Bretagna dal Mercato Unico comporterà ripercussioni per il settore dei trasporti, sempre che non intervenga nel frattempo un accordo comunitario che regoli una eventuale fase di transizione.