Interviste

Colloquio con Enrico Rossi

Più flessibilità per le Autorità Portuali

di Marco Casale

«La proposta di Pietro Spirito? È una soluzione che mi sentirei di sostenere» dichiara Enrico Rossi, commentando l’intervento su Port News col quale il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale ha proposto di trasformare le Authority in enti pubblici economici. Anche per il presidente della Regione Toscana, quindi, in tal modo si assicurerebbe ai porti italiani una governance capace di operare con maggiore flessibilità le scelte necessarie per lo sviluppo degli scali marittimi.

Una discussione su questi temi appare ormai matura, a maggior ragione dopo che il neo viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi ha mostrato di preferire un’idea di governance più condivisa nel contesto di una società mista pubblico/privata. In ogni caso Rossi resta convinto che la Riforma Delrio abbia assicurato al Paese un sistema migliore del precedente: «La costituzione dell’Autorità di Sistema ha rappresentato un fatto positivo per lo sviluppo dei porti toscani».

Il sistema attuale funziona bene, persino laddove si temeva che avrebbe potuto creare maggiori problemi: nell’accorpamento sotto La Spezia del porto toscano di Marina di Carrara. «Non abbiamo avuto particolari difficoltà a gestire la situazione. Dal punto di vista industriale l’esperienza di questi anni è stata positiva» ammette. «Quello che auspico per il futuro è semmai un’integrazione ancora maggiore e uno sviluppo ulteriore del porto di Carrara».

Alla Riforma Delrio riserva tuttavia un’osservazione critica: «In precedenza i Comitati di Gestione erano molto ampi e una molteplicità di soggetti vi partecipava, il che ne rendeva complessa l’attività. Adesso si è forse ecceduto in senso opposto, restringendo fortemente la composizione di questi organi. Si tratterebbe forse di trovare una via di mezzo che garantisca al tempo stesso rappresentatività ed efficienza».

Rossi trova anche il tempo di fare un primo bilancio del suo secondo mandato, giunto ormai a più di metà percorso: «Il potenziamento dei porti toscani – afferma – rappresenta, non da oggi, una priorità strategica della Regione e un tassello fondamentale per garantire lo sviluppo dell’intero sistema economico. Abbiamo sempre cercato di adottare un approccio alla portualità e alla logistica che prestasse un’attenzione particolare a retroportualità e integrazione con la rete infrastrutturale. In questi anni sono state poste le basi per progetti importanti come quello della Darsena Europa e il rilancio del porto di Piombino, di cui vedremo i risultati nei prossimi anni».

E su Livorno, in particolare, che Rossi si sofferma più a lungo: «La posizione dello scalo – dice – è indubbiamente favorevole, con una maggiore prossimità ai flussi che provengono dall’Asia, Africa e America rispetto ai porti del Nord Europa, che attualmente movimentano quasi il 50% del traffico continentale dei container. Livorno presenta grandi potenzialità, che potrebbero essere maggiormente sfruttate grazie alla realizzazione della nuova Darsena Europa, con il connesso retroporto ferroviario. Grazie alla revisione progettuale decisa nel 2017, i lavori potranno essere più rapidi (con una conclusione prevista nel 2022) e meno costosi. La Regione contribuirà con 12,5 milioni l’anno per 20 anni, che si aggiungeranno alle risorse stanziate da Stato e Autorità portuale».

Per Rossi uno degli elementi fondamentali dell’opera consiste «nello scavo del canale fino a 20 metri di profondità, che consentirà l’attracco di navi di maggiore tonnellaggio così favorendo una crescita significativa dei flussi commerciali. Potranno attraccare containership con capacità fino a 12.000 e 18.000 TEU, vale a dire quelle in grado di attraversare il canale di Panama dopo l’ampliamento del 2009 o quelle che costituiscono la nuova generazione e rappresentano il futuro del trasporto via mare».

A chi – soprattutto a Pisa – continua a considerare l’opera di ampliamento a mare dello scalo labronico come “inutile e ingiustificabile per l’economia del territorio”, Rossi risponde con parole chiare: «Ritengo che Pisa possa trarre grandissimo beneficio da questo intervento che va visto in un’ottica integrata. L’area pisana è quella su cui naturalmente vanno a gravitare i flussi di merci, di persone e di dati che transitano dal nodo logistico di Livorno (e in generale dell’Alto Tirreno) e dalla Toscana centrale. Inoltre va anche sottolineato che i dragaggi previsti dal progetto potranno servire per il ripascimento del litorale pisano».

Pisa potrà trarre grandi benefici anche dagli interventi di potenziamento ferroviario dello scalo marittimo. «È in via di definizione un accordo con Ferrovie per la realizzazione dello scavalco ferroviario tra porto e interporto. Elementi strategici per il trasferimento da gomma a rotaia saranno il collegamento diretto verso Firenze, tra l’Interporto Guasticce e la linea Pisa-Collesalvetti-Vada e il collegamento tra quest’ultima e la linea Pisa-Firenze. Ferrovie interverrà poi con investimenti complessivi per 700 milioni per allargare le gallerie della vecchia linea appenninica, consentendo così il transito di treni carichi di auto e container dal Tirreno al Brennero».

Nel sistema portuale dell’Alto Tirreno non esiste comunque soltanto Livorno: «L’acquisizione di Aferpi Spa da parte di JSW Steel rappresenta sicuramente una nuova opportunità per tornare a colare acciaio a Piombino e, quindi, per rivitalizzare anche la logistica portuale. La Regione Toscana ha avuto un ruolo decisivo, assieme al Ministero per lo Sviluppo economico, favorendo l’esito positivo della trattativa con il gruppo algerino Cevital».

Lo scorso 2 settembre la nave Vega Lea ha portato nel porto di Piombino il primo carico di 18.000 tonnellate di blumi per la laminazione delle rotaie da consegnare a RFI: «Siamo a una ripartenza in linea con il piano industriale presentato un mese fa da Mr. Jindal al Teatro Metropolitan di Piombino. Per quanto riguarda lo sviluppo logistico del porto, è previsto che il gruppo JSW Steel presenti un progetto specifico e necessario anche ai fini del rilascio delle concessioni».

Ma perché questo scalo marittimo diventi veramente competitivo «serve senz’altro la bretella di collegamento stradale del porto alla SS.398 (su cui Regione e Comune attendono risposte dagli organismi nazionali competenti) così come il potenziamento del collegamento ferroviario e delle infrastrutture energetiche (ovvero elettricità, gas ed acqua) per le nuove aree portuali. Temi su cui non si intende abbassare la guardia affinché il Governo, in primis, svolga il proprio ruolo tenendo presente i 300 milioni di euro già investiti da Regione Toscana proprio per lo sviluppo del porto».

Quanto all’operato dei vertici dell’Autorità di Sistema Portuale, Rossi esprime «un giudizio positivo sull’impegno e sull’attività svolta dal presidente Stefano Corsini. Su alcune questioni restano ovviamente importanti margini di miglioramento. Mi riferisco in particolare sia alla questione dell’integrazione del porto di Piombino nel sistema che all’iter di realizzazione di Darsena Europa. Spero che in futuro possano esserci sviluppi».

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