P&O Ferries ha ammesso di aver deliberatamente violato le leggi del Regno Unito con il licenziamento di massa di 800 dipendenti e marittimi che lavoravano sui suoi servizi di traghetti.
A confermarlo è stato Peter Hebblethwaite, amministratore delegato della compagnia, durante un’audizione di emergenza del comitato ristretto congiunto dei trasporti e degli affari del Parlamento britannico.
Hebblethwaite è stato duramente incalzato dal deputato laborista Darren Jonson, che gli ha chiesto conto della decisione presa sui licenziamenti, accusandolo di essere, nella migliore delle ipotesi, uno sprovveduto, nella peggiore, un criminale senza vergogna (“Are you in this mess because you didn’t know what are you doing or are just a shameless criminal”?).
Il Ceo si è scusato con i marittimi licenziati e le loro famiglie, ammettendo di non averli consultati: la compagnia avrebbe perso una insostenibile quantità di soldi se non avesse preso subito dei provvedimenti.
Ha anche detto non di aver deliberatamente informato il Governo, gli Stati di bandiera e consultato i sindacati, così come richiesto dalla legge. “Abbiamo scelto di non consultarci con i seafarer perché il processo di consultazione sarebbe stato una farsa”, ha detto, aggiungendo in sintesi che nessun sindacato avrebbe accettato il licenziamento in massa di 800 dipendenti.
L’alto dirigente ha anche comunicato che i marittimi ingaggiati da agenzie terze e chiamati a sostituire i dipendenti licenziati guadagneranno 5,15 sterline all’ora. Uno stipendio che i membri della Commissione hanno qualificato come poco dignitoso, non confacente al tenore di vita di una persona normale. Tra parentesi, Hebblethwaite ha dichiarato di guadagnare 429 mila dollari all’anno.