Poco meno di 500 marittimi sono in attesa di essere evacuati e rimangono a bordo di 109 navi nei porti ucraini nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, in calo rispetto ai 2.000 di sei settimane fa.
Lo rende noto l’International Chamber of Shipping in un comunicato stampa nel quale precisa che ad oggi sono 1.500 i marittimi evacuati in sicurezza attraverso i corridoi umanitari a terra e in mare. Molti di questi sono già stati rimpatriati, alcuni, invece, sono ancora in attesa del loro ulteriore trasferimento da località costiere in Ucraina.
L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), l’IMO, l’UNHCR e le organizzazioni umanitarie hanno coordinato le consegne di cibo, acqua e medicinali agli equipaggi ancora bloccati. La consegna degli aiuti continua a essere estremamente difficile, in particolare nelle aree ad alto rischio.
Complessivamente risultano bloccate 25 navi a Mykolaiv, 23 a Chornomorsk, 16 a Kherson, 10 ad Odessa, 8 a Berdyansk, 6 a Pivdennyi, 5 a Mariupol, 2 navi sia a Nika Tera che ad Ochakiv. Una nave ciascuna a Izmail e a Yuzhny.
I marittimi colpiti, sia gli evacuati che quelli rimasti a bordo, provengono da 27 paesi diversi, con il maggior numero dalle Filippine e dall’India. Altre nazionalità dei marittimi colpite includono ucraina, russa, cinese, danese, greca e turca.
I dati ICS indicano che la maggior parte delle 109 navi incagliate sono o navi portarinfuse (42) o navi da carico generale (38). Altre navi includono petroliere, chimichiere, rimorchiatori, ro-ro cargo, un rompighiaccio e tramogge a motore.