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Nota alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera

Assiterminal, modifiche al Decreto Aiuti

di Redazione Port News

Estendere la platea dei soggetti che possono costituire le comunità energetiche; favorire l’adozione di misure di riequilibrio finanziario sui canoni concessori; rendere effettiva e unitaria a livello nazionale, l’incentivazione del traffico merci “via ferro”.

Sono questi gli emendamenti al DL 50/2022 proposti dall’Associazione dei Terminalisti Italiani.

In prospettiva di un’audizione alla Camera presso le Commissioni parlamentari Bilancio e Finanze, il presidente di Assiterminal, Luca Becce, prende carta e penna, proponendo modifiche al famoso decreto Aiuti di cui è attesa la conversione in legge nei prossimi giorni.

Si parte dall’art.9, comma 2, che allo stato attuale consente alle AdSP di costituire una o più comunità energetiche rinnovabili ai sensi dell’articolo 31 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, in coerenza con il documento di pianificazione energetica ed ambientale di cui all’articolo 4-bis della medesima legge n. 84 del 1994.

La proposta di Assiterminal è quella di permettere anche alle imprese terminaliste la possibilità di costituire le comunità energetiche. “Tale possibilità si potrà tradurre in iniziative congiunte e/o coordinate con le Autorità di Sistema Portuale, ovvero in costituzione di comunità energetiche rinnovabili autonomamente realizzate tra le stesse imprese portuali concessionarie” si legge nella nota predisposta dall’Associazione e inviata preliminarmente alle competenti Commissioni della Camera.

Assiterminal propone poi di inserire nel testo normativo un nuovo articolo, il 18 bis, all’interno del quale proporre misure che consentano ai terminal operator di riequilibrare le perdite connesse agli effetti economici e commerciali riconducibili alla crisi militare in atto in Ucraina ed ai vertiginosi rincari dei prodotti energetici. In particolare, vengono proposte:

a) Una misura di riequilibrio ad effetto economico finanziario sul canone di concessione, che le AdSP applicano in caso di riduzione di una contrazione di fatturato dell’impresa portuale, in comparazione con il periodo pre-Covid.

b) periodi di proroga per ulteriori 12 mesi, volti a mitigare, senza maggiori oneri per la finanza pubblica, i pregiudizi economici che le imprese del settore portuale stanno attualmente patendo.

Assiterminal sottolinea che tali misure “non richiedono coperture aggiuntive a carico delle finanze pubbliche in quanto di fatto gli effetti del contesto richiamato si stanno prevalentemente verificando sui traffici dei terminal crociere (- 40% vs il 2019) e di alcuni terminal che operano merceologie di “granaglie” o merci alla rinfusa” (-25% vs il 2019)”.

Infine, viene proposta l’introduzione dell’art.18 ter, nel quale si prescrive una novazione dell’articolo 13 bis del Decreto Legislativo 21/2022 convertito con Legge 51/2022 e recante misure di incentivazione del traffico ferroviario merci in ambito portuale.

Per promuovere il traffico ferroviario, le AdSP, “relativamente a concessioni in essere per aree demaniali su cui insistono attività terminalistiche, riconoscono, fino al 31 dicembre 2025 e nel rispetto dei limiti minimi dei canoni per le concessioni demaniali ai sensi del DM MIMS del 13.12.21, una progressiva diminuzione dei canoni di concessione in funzione del raggiungimento di specifici obiettivi di traffico ferroviario portuale generato da ciascuna area o comunque ad essa riconducibile”.

Tale proposta emendativa, inserita nel comma 1 dell’art.18 ter, si accompagna alla disposizione contenuta nel comma 2, che impone al Ministero delle Infrastrutture di fissare con decreto direttoriale gli obiettivi di traffico ferroviario anche differenziati per ciascun ambito portuale e l’entità e le modalità di determinazione dello sconto sul canone di concessione.

Con lo stesso decreto – e siamo al comma 3 – viene istituito presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili un fondo avente la finalità di riequilibrare, qualora necessario, le minori risorse derivanti dal riconoscimento dell’incentivo previsto al comma 1.

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