Riduzione dell’IVA; forme di compensazione per l’aumento vertiginoso dei prezzi di carburante nelle filiere dei trasporti e della logistica; blocco provvisorio, per almeno il 2023, dell’applicazione ISTAT sui canoni da versare alle AdSP per le concessioni di aree e banchine.
Messe in fila, sono queste le misure che per Luigi Robba il prossimo Governo dovrebbe adottare a favore della portualità nazionale.
L’ex direttore generale di Assiterminal ricorda a Port News come solo poche settimane fa sia stata Confindustria a rimarcare all’Esecutivo Draghi la drammaticità dei prezzi dell’energia, chiedendo interventi urgenti in parte congiunturali e in parte strutturali di politica industriale.
Da una posizione di vantaggio che gli deriva dalla lunga esperienza professionale – 58 anni alle spalle nel settore portuale, di cui 21 da segretario generale dell’Assoporti – Robba analizza la situazione congiunturale in modo lucido: «Occorre tenere presente l’aumento significativo di costi che sopportano le aziende dei trasporti e della logistica, a partire dalle imprese portuali e dai terminalisti» dice, sottolineando come oltre a dover sostenere l’incremento dei costi aziendali determinato dalle misure di prevenzione adottate a seguito della pandemia Covid e, più recentemente, dall’inflazione, le imprese debbano oggi anche sopportare l’aumento poderoso dei prezzi energetici.
L’ex segretario generale di Assoporti ribadisce come il momento di difficoltà che le imprese stanno vivendo avvenga «in una fase di incremento della concorrenza tra operatori a livello nazionale e a livello internazionale». Cosa, questa, che «induce motivatamente a richiedere, oltre a misure generali trasversali ai vari settori produttivi e di servizi, il blocco per almeno il 2023, auspicabilmente per il biennio 2023-2024, dell’applicazione ISTAT sui canoni da versare alle AdSP per le concessioni di aree e banchine demaniali».
Secondo Robba, tale iniziativa costituirebbe un primo segnale del nuovo Governo di attenzione verso le variegate problematicità della portualità nazionale.
L’esperto manager chiede inoltre misure tangibili, di applicazione immediata, sul caro prezzi: «Occorre abbassare gli oneri di sistema – dice -, riducendo ulteriormente l’IVA e andando a compensare in modo concreto l’aumento vertiginoso dei prezzi dei carburanti per trazione, del gas e dell’energia nelle filiere che operano nel nostro settore». Ma attenzione, per raggiungere l’obiettivo bisogna «andare oltre alla concessione temporanea di crediti di imposta alle imprese».
Parlando poi di aspetti sociali, Robba ritiene auspicabile introdurre per l’immediato futuro una riduzione degli oneri sociali a carico delle imprese e dei lavoratori, almeno per un certo periodo.
Tra i vari argomenti da sottoporre al prossimo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Robba ritiene prioritario affrontare la questione particolare dei lavoratori portuali divenuti inidonei al lavoro e da collocare in esodo.
Un’ipotesi potrebbe essere quella dell’emanazione di una norma eventualmente a carattere temporaneo (per 5 o 6 anni) «che consenta ai lavoratori portuali appartenenti alle imprese svolgenti operazioni portuali di cui agli artt. 16 e 18 ed ai soggetti di cui all’art. 17 L. 84/94, e dichiarati permanentemente inabili al lavoro portuale dal competente medico aziendale, di chiedere il riconoscimento della pensione di inabilità di cui all’art. 2 della legge 222/84, previo accertamento di tale inabilità da parte di una commissione composta da un medico dell’INPS, un medico dell’INAIL e un medico scelto dal lavoratore».