In Inghilterra le banchine continuano ad essere bollenti. I lavoratori del porto di Liverpool hanno infatti annunciato altre due settimane di sciopero a partire da oggi.
I camalli britannici chiedono da tempo un adeguamento dello stipendio all’attuale tasso di inflazione ma le trattative con il datore di lavoro, la Mersey Docks and Harbour Company, non sono fino ad oggi approdate ad alcun risultato concreto.
Secondo quanto riferito da David Huck, ceo di Peel Ports, la società che controlla MDHC, il passo in avanti verso l’auspicabile risoluzione della controversia c’era stato eccome: “Avevamo migliorato la nostra offerta retributiva, aumentandola dell’11%” ha detto. “Si trattava dell’aumento contrattuale più alto mai registrato in uno scalo portuale inglese” ha continuato, sottolineando che se il sindacato di UNITE avesse accettato la proposta, la paga media annua riconosciuta ad un docker sarebbe salita a 49.016 sterline.
Ma il sindacato accusa Peel Ports di essere inaffidabile: “I colloqui si sono conclusi in una farsa” ha detto il segretario generale di Unite Sharon Graham: “L’accordo concordato tra Unite la dirigenza di Peel Ports è infatti stato stracciato dal cda della società. L’azione di sciopero dei nostri membri e con il pieno supporto di Unite andrà avanti. Il comportamento inaffidabile di Peel Ports e i suoi tentativi di minacciare la forza lavoro stanno solo intensificando la controversia” ha concluso.
Non è la prima volta che i docker incrociano le braccia a Liverpool. A fine Settembre, più di 560 lavoratori portuali avevano scioperato per due settimane a causa delle paghe considerate oggi troppo basse.