Gli obiettivi di decarbonizzazione? Per raggiungerli occorrerà mettere in piedi di qui ai prossimi quindici anni corsi di formazione ad hoc che potrebbero coinvolgere sino a 800.000 marittimi.
Lo certifica uno studio condotto dalla società di consulenza marittima DNV e commissionata dal Segretariato della task force per la giusta transizione marittima (Maritime Just Transition Task Force Secretariat), costituita per garantire che la risposta dello shipping all’emergenza climatica ponga i marittimi e le comunità al centro della soluzione.
Lo studio è stato presentato in Egitto, nell’ambito della presentazione, alla Cop27, di un nuovo Piano di Azione in base al quale vengono formulate raccomandazioni per migliorare le competenze della gente di mare mirate a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
Attualmente, rappresentando il 3% delle emissioni globali, il trasporto marittimo deve passare dai carburanti convenzionali a carburanti e tecnologie alternativi a basse e zero emissioni di carbonio per raggiungere l’obiettivo mondiale di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C o meno entro il 2050.
Lo studio valuta tre scenari possibili che evidenziano la necessità immediata di avviare un giusto percorso formativo, finalizzato a garantire che centinaia di migliaia dei quasi due milioni di marittimi nel mondo siano qualificati durante la transizione.
Nel caso più estremo, che presuppone un forme aumento dei combustibili alternativi, 450.000 marittimi richiederebbero una formazione aggiuntiva entro il 2030, mentre 800.000 marittimi richiederebbero una formazione aggiuntiva entro la metà degli anni ’30.
In risposta alla sfida formativa che la ricerca mette a nudo, il Piano d’azione formula raccomandazioni per l’industria, i governi, i sindacati dei marittimi e il mondo accademico (compresi gli enti di formazione). Queste raccomandazioni includono il rafforzamento degli standard di formazione globale e l’opportunità della istituzione di consigli consultivi nazionali per le competenze marittime.