Le rate di nolo nel trade transatlantico sono quelle che fino ad oggi hanno retto maggiormente l’urto della crisi economica. Che, invece, ha fatto letteralmente crollare i tassi spot degli altri trade.
Il motivo è da rintracciare nella carenza di capacità offerta lungo questo collegamento e, quindi, in un mercato che ha saputo mantenersi in equilibrio tra domanda e offerta.
I dati settimanali forniti da Drewry evidenziano ad esempio come le tariffe di trasporto su Rotterdam–New York e New York – Rotterdam siano ancora superiori rispettivamente del 12 e del 7% sul 2021.
La situazione potrebbe però presto cambiare. A rivelarlo è Sea Intelligence, in un report nel quale sottolinea che i big carrier si stanno preparando ad iniettare nuova capacità sul trade, con la prospettiva di un incremento della stessa che a partire da metà Dicembre dovrebbe raggiungere quota +43% sull’anno precedente.
“Da metà Dicembre, la capacità dispiegata lungo il collegamento tra il Nord Europa e l’East Coast degli USA dovrebbe aumentare del 20% rispetto ai livelli pre-pandemici, con un ulteriore incremento del 30% a partire da Febbraio” afferma Alan Murphy, CEO, Sea-Intelligence.
Tra Gennaio e Febbraio, per altro, è prevista una nuova iniezione di stiva anche nei collegamenti transatlantici dal Mediterraneo, con un aumento del 25% sui valori del 2019.
Per Sea-Intelligence, l’immissione di nuova capacità nei collegamenti est-ovest, in un momento peraltro economicamente delicato, rappresenta sicuramente un problema.
Murphy fa osservare come ci sia chiaramente un link tra il coefficiente di utilizzo di una nave e il valore delle spot rate. In parole povere, più le navi viaggiano piene più è facile che le tariffe di trasporto per le spedizioni salgano di prezzo.
“Se diamo per buona la possibilità che la domanda continui a diminuire nei prossimi mesi, più o meno allo stesso ritmo con cui si è contratta tra Agosto e Ottobre (del 3,4% su base annuale), allora è molto probabile che all’aumento progressivo dell’offerta corrisponda una diminuzione del tasso di utilizzo delle navi e, quindi, delle spot rate” conclude Murphy.