Immaginate un’auto senza conducente che, attraversando un cantiere con una corsia chiusa, si sposti automaticamente in quella percorribile diminuendo la velocità nel rispetto del limite valido. Immaginatene poi un’altra che sappia segnalare in tempo reale – ad altri veicoli o alle infrastrutture collegate – la presenza lungo il percorso di pericoli come tamponamenti, allagamenti o incidenti stradali.
Fantascienza? A Livorno è già realtà La scorsa settimana 47 imprese coinvolte progetto europeo Autopilot hanno infatti lavorato nella Stazione Crociere per collaudare i sistemi di comunicazione e automazione veicolare di ultima generazione.
È possibile che fra cinque anni i veicoli completamente autonomi potrebbero non essere ancora molto diffusi, se non altro a causa del loro costo. «Tuttavia è già in atto una graduale delle funzioni automotive a bordo dei veicoli e lungo le strade, che renderà più agevole la guida e più sicuro il viaggio» assicura Roberto Tazzioli, amministratore delegato di Thales Italia.
Questa società – che opera con oltre 500 dipendenti nei mercati della sicurezza, dei trasporti, della difesa, dell’aerospazio e dello spazio – ha giocato un ruolo strategico nell’analisi delle problematiche di cybersecurity, formulando in particolare le raccomandazioni sulle misure da adottare per garantire la sicurezza delle funzionalità di tutti i sistemi e dati, sia a bordo delle auto sia nell’infrastruttura e in tutta la catena di produzione.
«Negli ultimi anni numerosi sviluppi tecnologici hanno maturato un livello di affidabilità ed efficienza sufficiente a consentirne l’applicazione in serie. Ormai anche automobili di fascia media e piccola sono dotate di una quantità di sensori e capacità che permettono maggiore sicurezza, miglior confort e nuovi servizi» osserva ancora Tazzioli, sottolineando i consistenti progressi nella standardizzazione dei protocolli di comunicazione (sia veicolo-veicolo sia veicolo-infrastruttura).
«Non stiamo parlando del futuribile ma di un presente concreto in cui infrastrutture e veicoli dialogano fra loro dando vita a una mobilità più sostenibile ed efficiente». I porti, le ferrovie, gli aeroporti e persino gli interporti sono gangli vitali di ogni Paese e pertanto la loro gestione «necessita di una continua innovazione incentrata su tecnologie come Internet of Things, comunicazioni wireless di 4° e 5° generazione, big sata e data analytics, intelligenza artificiale, machine learning, sensoristica per il posizionamento preciso, ecc.
Anche un’infrastruttura portuale può quindi essere un laboratorio ideale per sviluppare soluzioni robuste per le smart road: la decisione dell’UE di individuare il porto di Livorno quale primo sito nazionale per sperimentare le attività di test della guida autonoma non è causale ma cade a quasi due anni di distanza dagli ETSI ITS Plugtest™, la campagna di test di interoperabilità dei sistemi intelligenti di trasporto cooperativi (C-ITS) ospitata dall’allora Autorità Portuale di Livorno e dalla Regione Toscana.
Già in passato Thales ha collaborato con il porto toscano su tematiche legate alla sicurezza fisica sviluppando sensoristica e moduli applicativi derivanti da soluzioni di homeland security. «Grazie alla sua forte propensione all’innovazione (testimoniata dalla costituzione presso le proprie strutture di un avanzato laboratorio in collaborazione con il CNIT) lo scalo marittimo labronico si è da tempo accreditato quale partner ideale sia per partecipare a progetti di ricerca finanziata sia per sperimentare soluzioni specifiche» .
Un porto non è fatto solo di dighe, fondali, banchine e piazzali ma di reti tecnologiche in grado di comunicare con navi, treni, veicoli connessi. Ecco perché Tazzioli ci dà volentieri appuntamento nell’immediato futuro: «La guida autonoma sta per segnare una rivoluzione epocale nel settore dei trasporti che ben presto riscriverà l’organizzazione stessa della logistica portuale».