I porti dell’arco tirrenico (Livorno, La Spezia, Genova) hanno oggi un mercato contendibile nel Centro Europa e, almeno sulla carta, sono in competizione con i porti del Northern Range.
Se è vero che dal punto di vista dell’infrastrutturazione portuale ogni scalo portuale ha già ampliamente definito la propria progettualità così come la propria visione strategica, sono molti i temi su cui i tre porti possono avviare una collaborazione sinergica.
Ne abbiamo parlato con il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale, Luciano Guerrieri, e con il n.1 dell’AdSP del Mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, nel corso del convegno Shipmag Colloquia, organizzato nei giorni scorsi a Livorno.
Sullo sfondo, la riforma della governance delle Port Authority, questione centrale su cui i due presidenti hanno sviluppato le proprie riflessioni.
Sommariva ha espresso forti perplessità sul modello spagnolo, cui il Vice Ministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, aveva dichiarato di volersi ispirare per il procedimento di revisione dell’attuale ordinamento portuale. “Le idee non sono chiare – afferma – se dovessimo importare in Italia il modello spagnolo rischieremmo una sovrapposizione delle competenze tra una eventuale Puertos del Estado nostrana e i Ministeri e poi entreremmo in contraddizione con il modello delle autonomie differenziate: da una parte vorremmo dare maggiori poteri alle Regioni, dall’altra vorremmo ulteriormente centralizzare in capo allo Stato le leve di coordinamento dei sistemi portuali. Così non si va da nessuna parte”.
Più ottimista Guerrieri: “Si tratta di un avvio di discussione – sottolinea -, si possono prendere a riferimento diversi modelli. Il nostro obiettivo è trovare una modalità di governance aderente alla nostra realtà. Serve, insomma, una via italiana”.