Il mercato delle demolizioni sta cominciando a registrare positivi segnali di crescita, come confermato dalle ultime vendite di MSC.
Citando i dati forniti dall’intermediario GMS, Lloyds List riporta come il vettore italo-svizzero abbia infatti consegnato quest’anno ai cash buyer, e loro tramite ai poli di smaltimento e riciclo degli scafi, sei portacontainer. La compagnia di navigazione è tornata ad affacciarsi sul mercato delle demolizioni dopo quattro anni di assenza (l’ultima vendita per scrapping risale al 2018).
Nel sestetto di navi sono ricomprese la MSC Lucia e la gemella Floriana, unità da 1900 TEU con quasi trent’anni di attività sulle spalle, cedute rispettivamente al prezzo di 530 e 520 dollari per tonnellata di rottame di ferro riciclabile. Figurano nella lista delle cessioni altre due portacontainer gemelle: le MSC Pilar (1990) e Veronique (1985), da 4814 TEU di capacità ciascuna, vendute al prezzo medio di 544 dollari. Completano la lista la MSC Nora II, venduta al prezzo di 592 dollari per ldt e la MSC Giovanna (venduta a 500 dollari a tonnellata). Tutte e sei le unità verranno demolite nei cantieri indiani.
A livello globale risultano essere state mandate in demolizione da Dicembre ad oggi 32 portacontainer. Si tratta di un dato significativo, soprattutto se rapportato con i 12 mesi precedenti, durante i quali non è stata registrata da parte degli ship owner alcuna vendita per la demolizione.
Prendendo a riferimento i dati forniti dal cash buyer GMS, Seatrade Maritime sottolinea come i prezzi di riciclaggio sono diminuiti in modo significativo un po’ dappertutto, specie in Bangladesh, dove vengono riportati valori compresi tra i 620 dollari a tonnellata per le portacontainer e i 580 dollari a tonnellata per le portarinfuse.
Leggermente inferiori i prezzi offerti dai cantieri di riciclo e smaltimento in India, Paese che ha recentemente ratificato la Convenzione internazionale del 2009 per il riciclaggio sicuro e rispettoso dell’ambiente delle navi.