Le tanto discusse linee guida sulle concessioni recentemente pubblicate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti vanno assolutamente riviste, magari nell’ambito di una riforma organica della legge 84/94.
Si può riassumere così il pensiero del Vice Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi, su uno dei temi più dibattuti dell’ultimo mese. In questa video intervista rilasciata a Port News, il n.2 del dicastero di Piazza Porta Pia non lesina critiche all’UE: «Noi avevamo predisposto altre linee guida ma l’Europa ci ha obbligato a gestirle con una formula che fa sì che sia l’Autorità di Regolazione dei Trasporti a dettare i criteri per il rilascio delle concessioni» afferma.
«Un Sistema come il nostro non può farsi dettare le regole da altri» sottolinea, aggiungendo come il PNRR sia a volte usato da Bruxelles come un’arma impropria per imporre all’Italia regole e condizioni non sempre comprensibili: «A volte vengono fatte delle forzature che non fanno bene al Paese» dice.
Rixi constata insomma come le disposizioni adottate il 21 aprile scorso modifichino significativamente le competenze delle AdSP, in senso chiaramente riduttivo, creando nuovi problemi. Secondo il Vice Ministro, l’aver conferito ad ART («un soggetto che non dipende nemmeno dal Governo in carica») poteri ben precisi sul rilascio delle concessioni demaniali rischia di generare ulteriore confusione in un settore già regolamentato con il decreto 202 del 28 Dicembre scorso e di tradursi in un possibile braccio di ferro tra Istituzioni, con conseguente scarico di responsabilità: «Non vorrei che qualcuno arrivasse poi a scaricare su ART responsabilità che la stessa Autorità poi non si assume» sottolinea.
Rixi rivendica comunque di essere riuscito se non altro a portare a casa qualche risultato positivo, come quello di aver fatto prevedere nel testo delle linee guida la possibilità che le concessioni possano avere una durata molto lunga. «Nella previsione iniziale ci era infatti stato imposto come limite quello di non rilasciare concessioni di durata superiore ai quattro anni. Una simile impostazione avrebbe messo a rischio gli investimenti nei porti e reso precaria la situazione occupazionale nel settore”.
Il Vice Ministro del dicastero di Piazza Porta Pia promette che le linee guida verranno riviste: «Ma serve una riforma organica della legge 84/94, nell’ambito della quale prevedere, perché no, l’istituzione di un’Agenzia Nazionale cui conferire poteri su temi nazionali come quello concessorio».
Rixi ammette però che i tempi sono oggi prematuri: «Dobbiamo avviare una discussione con l’intero cluster nazionale. L’obiettivo da raggiungere è riuscire a rivendicare la specificità dei nostri scali portuali».