Il mercato del trasporto via mare di container refrigerati rimane resiliente e procede gradualmente verso la piena ripresa.
A dirlo è l’ultimo Reefer Shipping Forecaster di Drewry che evidenzia come le tariffe in questo segmento di traffico (misurate sulle 15 rotte più battute) abbiano retto l’urto del rallentamento economico globale meglio di quanto non abbiano fatto quelle del segmento dry.
A differenza di quanto visto per le spedizioni via mare di contenitori tradizionali, dove negli ultimi due trimestri si è assistito a un deciso decremento dei noli, la tendenza ribassista che ha accompagnato il settore reefer a partire dai picchi del terzo trimestre del 2022 pare infatti aver mantenuto un ritmo molto più moderato.
Merito dell’adattabilità di un mercato le cui tariffe di trasporto, in prevalenza fissate nei contratti di lungo periodo – per lo più di durata annuale -, hanno subito minori oscillazioni rispetto a quelle spot, maggiormente usate per il trasporto containerizzato dry. E merito, anche, delle buone performance che il commercio dei prodotti deperibili ha continuato a mantenere sulle rotte commerciali Nord-Sud, meno trafficate rispetto a quelle Est-Ovest e per questo motivo maggiormente resistenti agli up and down tariffari che hanno contrassegnato l’ultimo triennio.
L’analisi di Drewry mostra come i costi medi globali per l’invio di un box refrigerato nel secondo trimestre 2023 siano scesi del 22% dall’inizio dell’anno, a 4.840 dollari, e si apprestino a diminuire di un ulteriore 9% nel terzo trimestre. Nonostante la tendenza al rallentamento osservata a partire dal Settembre 2022, quando sono stati toccati i 7mila dollari a box, le tariffe di trasporto reefer hanno però mantenuto livelli superiori del 60% rispetto a quelli del pre-pandemia, sovraperformando le tariffe del segmento dry, che oggi hanno valori pressoché identici a quelli del 2019.
Se nei due anni precedenti l’incremento dei noli per il trasporto marittimo di reefer è stato supportato dalle continue interruzioni della catena di approvigionamento e da una carenza di capacità di slot ed equipment che aveva spinto i caricatori di merci deperibili a competere con quelli di carichi secchi per accaparrarsi gli slot disponibili sulle portacontainer tradizionali, la progressiva normalizzazione che ha caratterizzato il trasporto marittimo a partire dalle seconda metà del 2022 ha di fatto portato ad un nuovo aumento della domanda di navi reefer specializzate, contenendo pertanto il calo delle tariffe.
Complessivamente, secondo la società di analisi, la domanda di trasporto refrigerato via container si è attestata attorno alle 137,5 mln di tonnellate nel 2022, facendo registrare un calo dello 0,7% su base annuale, il primo osservato da vent’anni a questa parte. Un decremento che rimane comunque di modesta entità, anche perché alla contrazione della domanda ha fatto da contraltare il calo costante della flotta di navi container refrigerate, caratterizzato da un’età media molto avanzata. L’ondata di nuove consegne previste per i prossimi tre anni dovrebbe comunque favorire la graduale sostituzione delle unità più vecchie e dare quindi un nuovo impulso al mercato sul lato dell’offerta.
Guardando al futuro, il trasporto marittimo refrigerato è posizionato per sovraperformare il più ampio commercio di carichi secchi con una crescita media annua prevista del 3,6% fino al 2027.
A sostenere questo tipo di traffico, la domanda in crescita e la ripresa delle economie asiatiche, in particolare di quella cinese. Questi sviluppi positivi hanno portato a un ritorno alla crescita anno su anno su tutte le principali rotte commerciali ad alta intensità di reefer, con volumi marittimi che dovrebbero aumentare dell’1,5% entro la fine del 2023.