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Analisi di Sea Intelligence

Quando l’inflazione non è da profitti

di Redazione Port News

Chi lo ha detto che i profitti cumulati da carrier nel periodo 2021-2022 abbiano avuto un contributo rilevante sull’aumento dell’inflazione globale? Nonostante le tariffe di trasporto abbiano raggiunto nel picco valori superiori del 200% rispetto al periodo pre-pandemico, consentendo ai vettori guadagnare più di 400 miliardi di dollari, l’impatto dei profitti sulla dinamica dei prezzi è stato limitato.

A certificarlo è Sea Intelligence, nel suo ultimo report.

La consultancy firm britannica prende a riferimento i dati del Fondo Monetario Internazionale per spiegare come nel 2021 il tasso di inflazione medio globale dei prezzi al consumo nel 2021 sia stato del 4,7%, mentre nel 2022 è aumentato di 4 punti percentuali, all’8,7%.

Confrontando l’inflazione globale con i profitti dei vettori, classificati come una quota del valore del commercio globale di merci, Sea Int ha calcolato l’effetto inflazionistico causato da questi ultimi.

Preso a riferimento l’intero periodo compreso tra il 2020 e il 2022, l’inflazione globale è stata cumulativamente pari al 17,5%. Nello stesso periodo, l’effetto cumulativo dell’aumento dei profitti dei vettori è stato dello 0,9%.

Sea Int. fa inoltre notare che il forte calo dei profitti delle compagnie aeree nel 2023 aggiungerà una componente deflazionistica all’inflazione mondiale.