Mancano ormai pochi giorni all’entrata in vigore della misura che estende al settore dello shipping il sistema europeo di scambio di quote di emissioni nel trasporto (Emission trading scheme), istituito dalla Direttiva 2003/87/CE, e adottato dall’Unione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
In base al sistema ETS, dal primo gennaio del 2024 le compagnie di navigazione dovranno, progressivamente, acquistare e trasferire permessi (“EUAs”) per ogni tonnellata di emissioni CO2eq rilasciata nell’atmosfera durante un anno solare. E a partire dal 2027, dovranno, in pratica, pagare, indipendentemente dalla nazionalità o bandiera della nave, per il 100% delle emissioni GHG generate nelle tratte intra-EU e per il 50% delle emissioni GHG nelle tratte internazionali da o verso uno scalo europeo.
Gli ultimi dati forniti da un report pubblicato da Alphaliner indicano che a livello globale sarà interessato dalla nuova normativa il 37% della flotta delle portacontainer, equivalente a 10,5 milioni di TEU.
Per la società di consulenza francese, le rotte che saranno maggiormente colpite dal sistema di scambio delle quote saranno soprattutto quelle vitali tra l’Estremo Oriente e l’Europa, per un totale di 5,7 milioni di TEU. In seconda posizione quelle transatlantiche e intra-europee, per un totale di 1,1 mln di TEU a testa.
Per far fronte alla nuova sfida ambientalista, i vettori hanno annunciato nuovi surcharge per il primo trimestre dell’anno. L’obiettivo è quello di trasferire gli extra costi del sistema ETS ai caricatori e agli spedizionieri.
Tra le principali compagnie portacontainer, Cosco Shipping è secondo Alphaliner quella che ha annunciato le maggiorazioni più alte su diversi trade. Il vettore cinese applicherà ad esempio per le spedizioni dal Far East la Nord Europa surcharge per un totale di 28 euro per ogni container dry da venti piedi. Per le spedizioni tra l’Asia e il Mediterraneo i soprannoli ammonteranno a 19 euro a TEU mentre per le spedizioni dall’Europa al Nord America e per quelle intra-europee, i sovrannoli saranno rispettivamente pari a 42 e a 29 dollari a TEU.
In media, MSC e Maersk hanno proposto sovraccosti molto più bassi. Maersk è il vettore che ha annunciato le tariffe più convenienti su almeno tre delle quattro rotte analizzate da Alèphaliner mentre MSC è l’unico ad aver messo a punto la metodologia di calcolo più dettagliata per ciascuna tratta, tenendo conto del valore di mercato delle quote di Co2.
Cma Cgm ha segnalato per trasporti intra-europei surcharge a 25 euro per Teu nel caso di container dry. Dall’Asia al Nord Europa saranno applicati sovrapprezzi di 25 euro mentre tra l’Europa e il Nord America le extra tariffe saranno di 40 euro a TEU.
Alphaliner prevede comunque che i costi ETS saranno relativamente minori per i vettori rispetto ad altre spese importanti come il carburante, le tasse portuali e le tasse di transito del Canale di Suez.
“Finora non c’è stata alcuna opposizione formale da parte dei caricatori ai sovrapprezzi, anche se resta da vedere se i vettori riusciranno a imporre aumenti in un mercato debole, dove i guadagni derivanti dai sovrapprezzi potrebbero in ogni caso essere compensati da riduzioni della tariffa complessiva”, afferma la consultancy firm.
Intanto, è notizia recente che BIMCO ha adottato quattro nuove clausole per aiutare le compagnie di navigazione a rispettare il sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea.
Una nuova clausola nell’accordo di gestione navale, chiamata Shipman, aiuta a ripartire i costi e le responsabilità tra proprietari e gestori in ordine alla conformità all’EU ETS. Se le parti scelgono l’armatore come soggetto responsabile ai fini dell’ETS, la clausola obbliga i gestori della nave a fornire agli armatori i dati sulle emissioni nonché a riferire i dati sulle emissioni all’autorità di gestione. I gestori delle navi dovrebbero inoltre organizzare la restituzione delle quote UE in conformità alla clausola.
Il Comitato Documentari di BIMCO ha inoltre adottato tre clausole ETS per i voyage charter (i noleggi a viaggio): l’ETS – Emission Scheme Freight Clause for Voyage Charter Party 2023, l’ETS – Emission Scheme Surcharge Clause for Voyage Charter Party 2023 e l’ETS – Emission Scheme Transfer of Quotes fo Allowances Clause for Voyage Charter Parties 2023.
Le tre nuove clausole sono state sviluppate con l’obiettivo di fornire agli stakeholder del settore la flessibilità necessaria per utilizzare le clausole più adatte al loro commercio e attività specifici.
Intervenendo con un videomessaggio alla COP28, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si è conclusa ieri a Dubai, la segretaria generale della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), Rebeca Grynspan, ha sottolineato quanto sia impegnativo e costoso decarbonizzare oggi il trasporto marittimo: secondo le ultime stime, saranno necessari fino a 28 miliardi di dollari all’anno per decarbonizzare le navi entro il 2050, e 90 miliardi di dollari all’anno per lo sviluppo delle infrastrutture di combustibili a zero emissioni di carbonio entro la stessa scadenza
“Gli armatori si trovano oggi di fronte a un dilemma: o rinnovare la flotta subito, senza chiarezza circa le regole, carburanti e tecnologie future, oppure attendere fino a quando non ci sarà maggiore trasparenza su quali carburanti alternativi utilizzare” ha detto la Grynspan. “La buona notizia – ha concluso – è che, nonostante questa transizione sia agli inizi, con il 99% della flotta globale che dipende ancora dai carburanti convenzionali, il 21% delle nuove navi ordinate sono progettate per carburanti alternativi, e ciò pone le basi per una nuova era”.