Il blocco sostanziale del Mar Rosso avrà un impatto limitato sui traffici da e per il porto di Livorno. A subire il maggior contraccolpo sarà più che altro il business delle auto nuove. A dichiararlo, ai microfoni di Telegranducato, il segretario generale dell’AdSP, Matteo Paroli.
“Per quanto riguarda i veicoli, abbiamo molte linee con il Far East” spiega. “La tendenza crescente da parte di molte navi a evitare il transito di Suez per ragioni di sicurezza rappresenta una minaccia per gli scambi commerciali di auto nuove. Il reindirizzamento dei traffici attraverso il periplo dell’Africa andrà a ripercuotersi sulle catene di approvigionamento globali. Prevediamo per i prossimi mesi un forte congestionamento delle banchine portuali a causa del ritardo delle consegne e di un accumulo di navi in attesa di sbarcare”.
Tra gennaio e ottobre lo scalo portuale livornese ha movimentato 456mila auto nuove, il 14% in più rispetto ai dieci mesi dell’anno precedente. I car carrier che scalano il porto di Livorno e che hanno all’attivo servizi di collegamento con i mercati asiatici sono Hoegh Autoliners, Nik Line, MOL e Neptune.
Sul traffico container l’impatto della crisi mediorientale sarà invece piuttosto limitato: “Potremmo avere qualche disagio anche sul traffico della merce in container ma va detto che il porto di Livorno ha più che altro rapporti commerciali con gli Stati Uniti; ha quindi pochi servizi di collegamento con il Far East” precisa il n.2 della Port Authority.
Lo scenario internazionale e l’escalation dei blitz marittimi degli Houthi alle navi mercantili preoccupano Paroli: “La previsione iniziale, che avevamo un po’ tutti, era che questa crisi si sarebbe risolta in tre, quattro settimane. Così non è stato” afferma.
Paroli sottolinea come la decisione delle compagnie di navigazione di circumnavigare l’Africa si sia tradotta in un aumento moderato dei costi di viaggio, pari al 15/20% del totale. All’allungamento del transit time e ai sovraccosti per l’uso di carburante ha infatti fatto da contraltare il mancato pedaggio per il transito da Suez, che risulta essere molto oneroso.
“Stranamente, le tariffe di trasporto sulle rotte est ovest che normalmente usano il Canale di Suez sono aumentate in modo considerevolmente maggiore” spiega il segretario generale dell’Ente portuale. I noli giornalieri del Freightos Baltic Index (Fbx) dall’Asia al Nord Europa sono infatti saliti del 226% da metà dicembre, raggiungendo i 4789 dollari a FEU, mentre quelli sulla rotta Asia-Mediterraneo hanno toccato punte del 116%, a 5202 dollari a FEU.
“Sarebbe giustificato un intervento delle Autorità di vigilanza per verificare la sussistenza di manovre speculative tese a alterare il corretto equilibrio di mercato” conclude.