A causa dell’escalation del conflitto nel Mar Rosso non stanno aumentando soltanto le tariffe di trasporto lungo i servizi di collegamento est-ovest tra il Far East e il Mediterraneo e tra il Far East e il Nord Europa.
La decisione obbligata di evitare Suez e passare dal Capo di Buona Speranza ha infatti costretto le compagnie di navigazione ad allungare i tempi di viaggio, favorendo anche una crescita direttamente proporzionale delle emissioni di CO2.
Una nave inquina tanto di più quanto maggiori sono le distanze da coprire tra un porto e un altro, quanto maggiore è la velocità assunta per rispettare la schedule programmata e quanto più frequenti sono i servizi di feederaggio, ovvero i trasferimenti eventuali della merce da unità mercantili di grande dimensione a quelle più piccole.
Sulla base di questi tre elementi, Sea Intelligence ha provato a stimare l’entità dell’aumento delle emissioni di CO2.
Se le compagnie di navigazione utilizzano esattamente le stesse navi, alla stessa identica velocità, le emissioni aumentano in un rapporto 1:1 con l’aumento delle distanze di navigazione. Poiché le distanze di navigazione intorno all’Africa sono in media più lunghe del 31% e del 66% rispettivamente per le spedizioni dall’Asia al Nord Europa e al Mediterraneo, le emissioni di CO2 aumenteranno come minimo di queste percentuali.
Se le navi navigassero anche più velocemente, le emissioni aumenterebbero ulteriormente, poiché il consumo di carburante non è una funzione lineare della velocità di navigazione. Ad esempio, sulla base del modello di consumo di carburante di Sea Int., l’aumento di un nodo della velocità, da 16 a 17 nodi, favorisce un incremento delle emissioni del 14%.
Infine, mentre le compagnie di navigazione si affrettano a incrementare gradualmente la capacità aggiuntiva per coprire le distanze di navigazione più lunghe, si stanno impiegando nei collegamenti tra l’Asia e l’Europa navi più piccole e meno efficienti in termini di carburante.
Alcune di queste navi più piccole registrano un aumento delle emissioni di CO2 del 141% rispetto agli ULCV convenzionali.
Mettendo insieme tutti e tre i componenti, Sea Intelligence stima un aumento delle emissioni di CO2 del 260% e del 354%, rispettivamente nel Nord Europa e nel Mediterraneo.