Da problema a risorsa. Se per buona parte del 2023 l’overcapacity ha creato forti squilibri sul lato dell’offerta, in un uno scenario economico globale caratterizzato peraltro dagli impatti nefasti dell’inflazione e della stretta monetaria, oggi la riserva di stiva disponibile è diventata una manna del cielo per chi tra le compagnie di navigazione ha dovuto affrontare le conseguenze negative dell’escalation della tensione nel Medio Oriente.
Per mantenere infatti la frequenza settimanale e la competitività dei servizi di collegamento tra l’Asia e l’Europa occorrono adesso in media due, preferibilmente tre portacontainer in più rispetto a quelle che erano necessarie quando il transito da Suez era un’opzione percorribile. Ciò ha permesso ai vettori di impiegare ulteriori quote di tonnellaggio, sottraendole ad un mercato a rischio asfissia, in cui gli ordini di nuove navi hanno continuato a rispondere più al criterio delle massime economie di scala raggiungibili che non a quello dell’andamento reale delle dinamiche di mercato e quindi della effettiva necessità di stiva.
Nel suo ultimo report, Linerlytica sottolinea che la capacità della flotta di navi portacontainer, attualmente pari a 29,37 milioni di TEU, raggiungerà i 30 milioni di TEU entro la fine di giugno di quest’anno.
“Sebbene la crescita nominale della flotta abbia raggiunto il 10% su base annua – afferma la consultancy firm – la capacità effettiva sulle quattro principali rotte est-ovest è cresciuta solo del 3% quest’anno, poiché le deviazioni delle navi sulla rotta del Capo a causa della crisi del Mar Rosso hanno assorbito la maggior parte della nuova capacità”.
Sempre Linerlytica segnala che a livello globale la capacità effettiva su tutte le 33 rotte di linea interregionali tracciate dalla società si è ridotta del 4% su base annua, con una riduzione della capacità distribuita sulle rotte del Mar Rosso/Medio Oriente/Mediterraneo che ha trascinato al ribasso la media complessiva.
“Quasi tutte le principali compagnie di navigazione hanno optato per questo reindirizzamento” ha affermato il ceo di Hapag Lloyd, Rolf Habben Jansen, nel consueto annual meeting della compagnia di navigazione. “A causa dei tempi di navigazione più lunghi, abbiamo avuto bisogno di molte più navi per i trasporti. Ciò ha portato, soprattutto all’inizio dell’anno, ad una nuova carenza di capacità, che si è riflessa anche in tariffe di trasporto notevolmente più elevate”.
Jansen è convinto però che i colli di bottiglia si allenteranno gradualmente nel corso dell’anno, a mano a mano che verranno consegnate nuove navi, consentendo alle compagnie di navigazione si adattarsi alla situazione.
Hapag Lloyd si aspetta per il 2024 una forte ripresa della domanda, anche perché pare essersi conclusa la tendenza alla riduzione delle scorte che aveva caratterizzato il 2023, portando ad un crollo delle spedizioni di container.
“Nel complesso, prevediamo che il volume globale dei trasporti di container crescerà di circa il 4% nel 2024” afferma ancora Jansen, per il quale la capacità aumenterà comunque in modo significativo a causa dell’arrivo delle nuove navi ordinate negli anni precedenti.
“Il portafoglio ordini rappresenta il 24% della flotta globale e rimane a un livello relativamente elevato, sebbene con una tendenza al ribasso” dichiara il ceo del liner tedesco.
Questa constatazione porta l’alto manager ad affermare che nel biennio 2024-2025 la crescita della capacità sarà probabilmente superiore a quella della domanda. “Tuttavia – conclude – in tempi caratterizzati da crisi geopolitiche di lunga durata, è diventato anche molto chiaro che un certo grado di capacità aggiuntiva è molto utile quando si tratta di mantenere intatte le catene di approvvigionamento globali”.