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I dati del Global Port Tracker

Boom delle importazioni nei porti statunitensi

di Redazione

Nel mese di agosto i principali porti statunitensi hanno importato 2,37 milioni di TEU, con un incremento del 21% su base annua e di rispettivamente il 4 e il 5% sui volumi di agosto 2021 e 2022.

Si tratta di uno dei risultati mensili più alti di sempre, secondo solo al picco storico raggiunto a maggio del 2022.

Le previsioni (i porti non hanno ancora inviato gli ultimi dati mensili)  sono desunte dall’ultimo rapporto mensile elaborato dalla National Retail Federation (NRF), l’associazione statunitense del commercio al dettaglio.

Nel Global Port Tracker, redatto assieme alla Hackett Associates, viene sottolineato come a luglio siano state movimentate in import 2.32 mln di TEU, con un incremento dell’8,1% su giugno e del 21% sullo stesso mese dell’anno precedente. Per Settembre si stima una movimentazione in import di 2,31 mln di TEU, in crescita del 14% su base annuale.

Per il 2024  si stima un import complessivo di 24,98 milioni di TEU, in crescita del 12% rispetto ai volumi del 2023.

Rispetto all’era pre-covid, i dati annuali risultano del 15% superiori ai risultati del 2018 e del 16% al di sopra di quelli del 2019. Il dato annuale è uno dei migliori di sempre, appena del 3% inferiore ai volumi da record movimentati nel 2021 e nel 2022, quando furono importati rispettivamente 25,8 e 25,5 mln di TEU.

Dalla NRF non nascondono una certa preoccupazione per le potenziali ricadute che lo sciopero indetto per il 1° ottobre dall’International Longshoremen’s Association potrebbe avere sui porti della East Coast USA.

“La notizia dell’imminente sciopero ha indotto alcuni proprietari di merci ad anticipare le spedizioni, aumentando le importazioni da giugno a settembre” ha affermato Ben Hackett, fondatore di Hackett Associates. “Inoltre, alcuni importatori stanno valutando la decisione di anticipare alcune merci, in particolare dalla Cina, con la preoccupazione che dopo le elezioni americane possa esserci una nuova escalation nei rapporti tra i due Paesi, con l’inevitabile conseguenza di un aumento dei dazi doganali” ha aggiunto.

Secondo Jonathan Gold, vicepresidente della catena di approvvigionamento e della politica doganale presso la NRF, “è fondamentale che i lavoratori e i dirigenti dei porti della costa orientale e della costa del Golfo si siedano effettivamente al tavolo delle trattative e raggiungano un nuovo contratto in modo da evitare interruzioni di qualsiasi tipo alla scadenza del loro contratto.

“Uno sciopero sarebbe un altro duro colpo per la catena di approvvigionamento che continua ad affrontare sfide, e per l’economia della nazione in un momento in cui l’inflazione sta finalmente scendendo e la Fed è pronta ad abbassare i tassi di interesse” ha concluso.

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