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Focus

Mar Rosso, cyber security e incertezza geopolitica

Le preoccupazioni che affliggono lo shipping

di Redazione Port News

Gli attacchi condotti dagli Houthi nel Mar Rosso contro le navi commerciali indirettamente legate a Israele hanno notevolmente aumentato nel 2024 la percezione del rischio per gli operatori che lavorano nello shipping, a cominciare dagli stessi marittimi, le cui preoccupazioni per la salvaguardia della propria incolumità sono incrementate in modo esponenziale, anche a causa dell’intensificarsi delle attività di pirateria e degli episodi di rapina a mano armata contro le navi.

Quello degli “attacchi fisici dannosi” viene percepito come un top risk da parte del Maritime Barometer Report 2023-2024 appena pubblicato dall’International Chamber of Shipping.

L’indagine annuale su larga scala sui rischi e sulla fiducia dei leader del settore marittimo condotta dall’associazione fra 104 decision maker, il 30% dei quali rappresentativi di società armatoriali e un 26% di ship manager, mostra come la situazione geopolitica attuale stia avendo conseguenze impattanti sull’industria dello shipping.

“Nei sei mesi successivi all’inizio del Mar Rosso crisi, le navi commerciali in transito nella regione hanno subito più di 50 tentativi di attacchi dai ribelli yemeniti; al momento della stesura di questo articolo, alcuni membri dell’equipaggio della MV Galaxy Leader continuano ad essere tenuti in ostaggio” scrive l’ICS.

“Inoltre, i dati per pirateria marittima e rapina a mano armata contro le navi sono aumentati nell’ultimo anno, arrivando a 120 incidenti nel 2023 (nel 2022 sono stati 115). L’anno scorso ben 105 navi sono state abbordate, in nove hanno subito attacchi fisici e quattro sono state prese in ostaggio, mentre altre due hanno preso fuoco” aggiungono gli autori dell’indagine dell’associazione presieduta da Emanuele Grimaldi.

Il rischio di un attacco fisico dannoso si moltiplica chiaramente nei casi di incertezza politica, considerata dai soggetti intervistati il più alto fattore di rischio per il settore.

L’ICS sottolinea come le spedizioni via mare siano oggi maggiormente esposte al rischio di danni fisici a causa dell’escalation della tensione in Medio Oriente, e della necessità da parte delle compagnie di navigazione di effettuare la circumnavigazione dell’Africa. Dovendo transitare per il Capo di Buona Speranza, le navi sono infatti maggiormente vulnerabili agli attacchi da parte dei pirati.

L’indagine evidenzia che tali eventi contribuiscono fortemente ad aumentare l’instabilità finanziaria di un settore che si trova a dover affrontare altre importanti sfide, particolarmente impattanti sotto il profilo economico, come quella della decarbonizzazione e della digitalizzazione.

“Considerato il lungo elenco di questioni finanziarie riscontrate a livello globale (inflazione galoppante; alti livelli di indebitamento pubblico degli Stati; riduzione della spesa pubblica; conseguenze economiche della guerra in Ucraina e della crisi pandemica), è comprensibile che la maggior parte degli intervistati abbia riscontrato quest’anno un forte aumento dei livelli di rischio” rimarca il Maritime Barometer Report.

Peraltro, secondo l’ICS l’incertezza politica e finanziaria sta incentivando i singoli Paesi a mettere in atto politiche protezionistiche per proteggere le proprie industrie, favorendo tra le altre cose la diffusione di fenomeni come il nearshoring e il reshoring.

Non è un caso che nel 2023 sempre più aziende statunitensi abbiano deciso di riportare i propri investimenti in strutture produttive in patria o, comunque, in siti più vicini ai mercati di commercializzazione, riprogettando l’intera supply chain. Negli USA le attività di costruzione in loco degli impianti di produzione sono aumentate del 40% rispetto al 2022 e del 62% negli ultimi cinque anni.

Allo stesso modo, le società armatoriali specializzate nel trasporto marittimo di container hanno segnalato come il diffondersi di questi fenomeni stia portando ad una ridefinizione delle proprie priorità commerciali. “Considerato che il trasporto marittimo contribuisce a trasportare oltre l’80% del commercio mondiale, è probabile che i cambiamenti reattivi nel settore manifatturiero abbiano un impatto diretto sulle operazioni commerciali di alcuni settori marittimi” scrive l’International Chamber of Shipping.

Assieme al timore per gli attacchi fisici e alle preoccupazioni per il quadro di incertezza politica e finanziaria,  il tema della cybersecurity continua ad essere considerato dagli intervistati un tema caldo.

“La sicurezza informatica è comprensibilmente una preoccupazione crescente per i leader marittimi, data la crescente dipendenza dalle infrastrutture digitali” scrivono gli autori del report.

“Il blackout informatico di proporzioni mondiali che il 19 luglio scorso ha colpito milioni di computer Windows in tutto il globo dimostra quanto siamo vulnerabili” aggiungono, segnalando come gli attacchi informatici abbiano costantemente scalato la classifica dei rischi, passando ad essere nel 2023-2024 il secondo rischio più alto.

Il Barometro dei rischi cita gli “incidenti informatici” come una delle principali fonti di preoccupazione a livello globale.  Un rapporto recentemente pubblicato dalla Guardia Costiera Statunitense sulle tendenze informatiche del 2023 evidenzia ad esempio come dal 2022 al 2023 gli attacchi ransomware siano aumentati dell’80%.

Un altro report, pubblicato nel 2023 dallo studio legale HFW, ha fatto notare come nel 2022 siano aumentati nettamente i costi sostenuti dalle aziende per  rendere nuovamente accessibili i dati di computer, tablet e cellulari colpiti da attacchi ransomware: in media le imprese colpite hanno dovuto pagare tra i 182.000 e i 550.000 dollari a testa. Nello stesso anno, la frequenza degli attacchi è aumentata del 350% rispetto al 2021.

Altro tema centrale, quello della decarbonizzaizione.

Secondo l’ICS, gli ambiziosi obiettivi climatici adottati lo scorso anno dall’Organizzazione marittima internazionale hanno rafforzato la fiducia dei dirigenti marittimi nella validità delle attuali normative, poiché quasi il 50% degli intervistati ha segnalato una maggiore disponibilità a investire in misure a basse o zero emissioni di carbonio a seguito della pubblicazione del nuovo piano di azione sui gas a effetto serra dell’IMO.

I combustibili alternativi e le tecnologie che riducono le emissioni, come il metanolo, l’energia nucleare e l’energia eolica, hanno suscitato maggiore interesse quest’anno, sebbene il GNL, i biocarburanti e l’olio combustibile pesante con tecnologie di abbattimento degli inquinanti continuino a guidare le previsioni del settore per il prossimo decennio.

“L’industria dello shipping ha ripetutamente dimostrato di essere in grado di navigare nelle acque turbolente del cambiamento. Nel corso degli anni, lo abbiamo fatto resistendo con successo a numerose minacce, come quelle rappresentate dalla crisi pandemica, dagli attacchi informatici e dalla chiusura sostanziale di importanti vie di transito marittimo” è il commento fornito dal n.1 dell’ICS, Emanuele Grimaldi, che intravede in questa resilienza il risultato di uno sforzo collettivo di diversi anni che ha saputo riunire tutti gli operatori del settore marittimo.

Se da una parte Grimaldi sottolinea come oggi stia cominciando ad emergere da parte dell’IMO, dei governi locali e della Commissione UE, la necessità di implementare e rendere facilmente applicabile il quadro normativo che disciplina e orienta il percorso da intraprendere per raggiungere il net-zero,  dall’altra evidenzia come gli ultimi eventi geopolitici stiano avendo un impatto significativo sul settore, mettendo a dura prova gli operatori, alle prese con la sfida di dover salvaguardare i flussi di traffico e proteggere al contempo marittimi, navi e merce.

“Sono certo che il settore marittimo continuerà ad adattarsi agli scenari globali in continua evoluzione” afferma ancora il n.1 dell’ICS. Che evidenzia però la necessità di una maggiore collaborazione con i decisori politici e le autorità di regolazione: “Negli ultimi tre anni il sondaggio dell’ICS ha evidenziato come una chiara visione politica possa avere ricadute positive sul settore dello shipping. L’indagine ha chiarito come certe minacce emergenti (come gli attacchi nel Mar Rosso e la scarsa reperibilità di personale specializzato) impediscano ai vertici del nostro settore di dormire sonni tranquilli. Sarebbero bene accette maggiori misure politiche in materia di cyber security, decarbonizzazione e semplificazione amministrativa: aumenterebbero la fiducia di chi lavora nel nostro settore” ammette.

Anche il settore marittimo deve fare la propria parte perché l’auspicata collaborazione con le istituzioni politiche nazionali e internazionali diventi sempre più efficace. Per Grimaldi l’industria dello shipping ha il dovere di mettere i politici e i regolatori in condizione di comprendere appieno le sfaccettature di un settore tanto complesso quanto affascinante. Un’opera necessaria, quella chiesta dal presidente dell’ICS, che ha come obiettivo quello di evitare che certi fraintendimenti o incomprensioni finiscano poi col tradursi in atti normativi e regolamentari pochi chiari o controproducenti.

“Credo che questo report sia uno strumento importante per identificare quali siano le principali criticità del settore” aggiunge, sottolineando come l’anamnesi del paziente sia un elemento fondamentale per arrivare alla successiva formulazione della diagnosi. “Dallo studio emerge un chiaro appello all’azione rivolto sia ai marittimi che alle persone che direttamente o indirettamente hanno interessi legati al settore”.

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