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Focus

Tra USA e Cina è sempre più guerra

Sotto i colpi dell’Aquila

di Redazione

Imprimere un nuovo sviluppo al settore della cantieristica navale statunitense e darle gli strumenti per competere meglio con la Cina. E’ con questo obiettivo che nei giorni scorsi il senatore repubblicano Mike Waltz e il democratico Mark Kelly hanno presentato al Congresso degli Stati Uniti un nuovo Disegno di Legge bipartisan che promette di porre un argine al dominio incontrastato di Pechino nella costruzione navale commerciale.

Lo Ships for America Act prevede che a partire dal 2029 una quota delle merci importate via mare dalla Cina venga trasportata esclusivamente da navi battenti bandiera statunitense, con equipaggio americano e costruite negli USA. Lo scopo è quello di arrivare ad una quota del 10% a 14 anni dall’introduzione del provvedimento.

Il testo di legge rafforza inoltre la cantieristica navale americana attraverso l’istituzione di un credito di imposta del 25% per gli investimenti nei cantieri navali. E’ anche previsto un programma di incentivi finanziari per la costruzione e riparazione navale. Il traguardo da raggiungere è quello di aggiungere nell’arco di un decennio 250 navi all’attuale flotta di navi commerciali battenti bandiera statunitense.

Con riferimento all’occupazione nel settore marittimo, la proposta di legge prevede poi l’attuazione di programmi formazione del personale accompagnati da investimenti nella forza lavoro.

Nell’introduzione al testo di legge si fa presente come gli Stati Uniti abbiano meno di 200 navi made in USA. Di queste sono soltanto 80 le navi che partecipano al commercio internazionale, una bazzecola rispetto alle 5.500 navi cinesi documentate. Ad oggi la capacità di costruzione cinese risulta essere 238 volte superiore a quella americana: nel 2023, ad esempio, la Cina ha ottenuto 1800 commissioni per la realizzazione delle grandi navi commerciali, contro le cinque commissioni statunitensi.

Secondo Mark Kelly, lo SHIPS for America Act è la risposta a questa sfida. “Sostenendo la costruzione navale, il trasporto marittimo e lo sviluppo della forza lavoro, saremo in grado di rafforzare le catene di approvvigionamento, di ridurre la nostra dipendenza dalle navi straniere, e di mettere gli americani a lavorare in posti di lavoro ben retribuiti, sostenendo le esigenze di costruzione navale della Marina e della Guardia Costiera” ha dichiarato.

Il disegno di legge ha il sostegno dei membri di entrambi i partiti in entrambe le Camere. Tra i sponsor del provvedimento ci sono anche il deputato repubblicano Trent Kelly, il deputato democratico John Garamendi e il senatore repubblicano Todd Young.

“Le navi di proprietà o gestite dalla Cina saranno sicuramente penalizzate dalla nuova proposta di legge” spiega il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen. “Lo Ships for America Act avrà delle importanti ricadute non soltanto sulle compagnie di navigazione cinesi ma, di riflesso, anche sulle società armatoriali che abbiano stretto con queste ultime un qualsiasi tipo di alleanza o Vessel Share Agreement” continua, riferendosi in particolar modo a CMA CGM ed Evergreen, alleate di Cosco nella Ocean Alliance, e a ONE e HMM, che sul trade Atlantico operano assieme alla Ocean Alliance.

“Probabilmente ci saranno delle conseguenze anche per tutti gli altri vettori che noleggiano navi di proprietà cinese” precisa inoltre l’esperto analista.

Il ddl in fase di approvazione al Congresso prevede altre misure. Tra le più importanti, quella di imporre un dazio alle merci che vengono trasportate su navi di proprietà o battenti bandiera cinese o quella di imporre che il 100% delle merci statunitensi venga trasportato su navi costruite, di proprietà e con equipaggio degli Stati Uniti.

Tra le altre misure previste dalla norma anche la possibilità di sussidiare gli esportatori agricoli statunitensi, per compensarli degli costi di spedizione che dovranno eventualmente sostenere per soddisfare la previsione di cui sopra.

Infine, è previsto che in caso di code davanti ai porti statunitensi, gli stessi debbano dare preferenza immediata di accosto alle navi americane, con un possibile peggioramento dei problemi di congestione.

Secondo il ceo di Vespucci Maritime, lo Ships America Act potrebbe avere come immediata conseguenza quella di aumentare i costi di spedizione per gli importatori e gli esportatori statunitensi, ad eccezione di quegli esportatori che sono in lista per i sussidi governativi.

Ancora più importante, “Il ddl rischia di creare notevoli problemi ai singoli caricatori in import statunitensi, che dovranno misurare chiaramente la quota di merci da spostare sulle navi statunitensi, soprattutto se gran parte del loro carico proviene da origini non necessariamente servite da tali navi” ammette il ceo di Vespucci Maritime, sottolineando però che potranno aprirsi nuove opportunità di sviluppo per i porti di trasbordo come Busan e Singapore, per i quali potrebbe diventare vantaggioso spostare le merci cinesi su navi statunitensi per gli shipper che si trovino costretti a soddisfare la loro del 10%.

Adesso resta da capire che cosa farà la Cina se mai il ddl dovesse venire approvato. “Pechino potrebbe benissimo decidere di adottare una strategia simile e di imporre alle navi cinesi una quota minima delle loro esportazioni verso gli Stati Uniti” suggerisce Jensen.

Insomma, con questo nuovo ddl, la nuova guerra commerciale tra la Cina e gli USA innescata dalla proposta di Trump di imporre dazi del 10% su tutti i prodotti cinesi, potrebbe arricchirsi di nuovi possibili scenari di scontro.