Cinque anni di CEF

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Compie cinque anni di vita, il Connecting Europe Facility (CEF), lo strumento per sostenere le reti trans-europee dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, che ha assegnato nel solo settore dei trasporti 23,7 miliardi di euro.
La Commissione europea ha pubblicato un  rapporto che evidenzia i risultati raggiunti dal programma: in particolare, il CEF ha portato il finanziamento destinato ai lavori dal 47% della programmazione 2007-2013 (precedente programma TEN-T) al 61%, con 14 miliardi di euro.
Le proposte di soli studi, che rappresentano oramai soltanto il 7% del totale finanziato, hanno supportato comunque progetti per un controvalore di 1,7 miliardi di euro, mentre le proposte miste (studi e lavori) assommano a 7,1 miliardi.
Queste cifre, che costituiscono a ogni modo una frazione del fabbisogno complessivo di finanziamento delle infrastrutture di trasporto, evidenziano come il CEF sia riuscito a spostare l’impegno verso proposte più mature dal punto di vista progettuale e quindi cantierabili o prossime all’avvio della fase esecutiva.
L’Italia, con 1,5 miliardi di finanziamenti, è il quarto Paese UE recettore di fondi CEF, dopo Polonia, Germania e Francia: più avvantaggiati sono risultati i Paesi assegnatari di fondi di Coesione, e con loro i Corridoi transeuropei che li attraversano; basti pensare che il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, il più esteso fra tutti i Corridoi delle TEN-T e quello di riferimento per il nodo di Livorno e Piombino, si colloca al quinto posto per finanziamenti ricevuti (2,5 miliardi) su nove corridoi totali.
Nessuna sorpresa invece se guardiamo alle modalità più supportate dal CEF, con la ferrovia saldamente al primo posto grazie a 16,3 miliardi di euro di sovvenzioni, seguita a distanza dalla strada con 1,9 miliardi.
Il bilancio del CEF è dunque positivo, soprattutto se guardiamo all’incremento della dotazione finanziaria e a una progressiva convergenza delle reti dei Paesi dell’Europa centro orientale verso gli standard dell’Europa occidentale.
Più complessa la situazione per il nostro Paese, che si è mosso su grandi progetti transfrontalieri nell’Arco alpino ma che può e deve sfruttare il programma per l’accessibilità multimodale di tutto il territorio, ivi compresa quella marittima.