«I tempi sono assai contingentati ma confidiamo nella possibilità che nella Manovra vengano quanto meno perseguiti due obiettivi fondamentali per il settore terminalistico: favorire il riequilibrio economico finanziario delle imprese concessionarie danneggiate dal Covid e sostenere in modo concreto il settore della portualità crocieristica».
Mentre pare ormai essere partito il giro di audizioni delle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Disegno di legge di Bilancio presentato a Montecitorio dal Governo con oltre un mese di ritardo rispetto al primo via libera, salvo intese, del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020, Assiterminal indica la via da seguire per «provare quanto meno a porre un argine a derive devastanti per le nostre imprese».
A parlare è il direttore generale dell’Associazione, Alessandro Ferrari: «Com’era ipotizzabile, gli spazi di manovra per intervenire sul Ddl sono strettissimi. Abbiamo a malapena una settimana per presentare gli emendamenti e a partire dal 2 dicembre dovrebbero arrivare i giudizi di inammissibilità…».
Tanta è la confusione sotto il cielo: «Leggendo l’articolo dell’ultima bozza della manovra dedicato al mondo portuale, il n.120, mi ha stupito non avervi trovato una previsione di adeguamento del fondo destinato alla riduzione dei canoni».
26 milioni di euro: tante erano le risorse assegnate al Fondo dal Decreto Agosto. «Siamo giunti ormai a fine novembre senza essere ancora in grado di capire quali siano i criteri di assegnazione. È una situazione paradossale, così com’è paradossale constatare che in sei mesi di distanza dal Decreto Rilancio non sono ancora stati emanati i decreti attuativi delle leggi».
Per Ferrari c’è una discrasia tra il mondo privato, sovraesposto alle fluttuazioni di mercato e in stato di necessità, e il mondo pubblico e para pubblico, che non riesce a trovare un punto di sintesi sui criteri finalizzati alla determinazione dei costi.
Il DG di Assiterminal pensa ai molti terminalisti che in questi mesi hanno subito i contraccolpi della crisi economica, a cominciare da quelli delle crociere, che hanno chiuso il 2020 con fatturati in perdita di quasi il 100%: «Tali imprese non possono fare proiezioni per il 2021 perché non sanno quale riduzione avranno sui canoni».
Lo scenario per il futuro rimane dunque incerto: «Per questo motivo stiamo lavorando perché nella Manovra trovino spazio due norme di principio fondamentali per il settore. La prima attiene al cosiddetto riequilibrio del Piano Economico Finanziario (PEF), già in uso nel mono aeroportuale o autostradale».
Le concessioni vengono rilasciate sulla base del PEF presentato dall’impresa e in base al quale quest’ultima si assume il cosiddetto rischio operativo: «Se l’equilibrio economico non può essere garantito a causa di situazioni contingenti non prevedibili all’atto del rilascio dell’atto concessorio, dovrebbe essere attivato un meccanismo normativo per cui all’impresa sia riconosciuto o il prolungamento della concessione o una riduzione adeguata dei canoni».
L’altra battaglia, che Assiterminal sta portando avanti assieme ad Ancip (Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali), è legata espressamente ai terminal passeggeri: «Nell’art. 120 sono previsti allo stato attuale stanziamenti per 20 milioni di euro al settore. Ora, se consideriamo che i terminalisti passeggeri in Italia sono una cinquantina, le risorse messe a disposizione per superare la crisi rischiano di essere assai esigue».
La richiesta è chiara: «Il Governo è chiamato a fare una scelta di campo: il crocierismo in Italia è il settore che ha sofferto più di tutti. Molte imprese e molti lavoratori rischiano oggi di non avere più un futuro: occorrono misure adeguate e non finanziamenti a pioggia».