Si è aperta all’insegna delle agitazioni sindacali la settimana di alcuni dei principali porti italiani. Ieri, sulle banchine livornesi, ad esempio, i sindacati hanno organizzato un’Assemblea Confederale al Varco Galvani per protestare contro il Governo e il rifiuto di estendere a tutto il 2022 le misure di agevolazione e sostegno alle imprese portuali previste dall’art.199 del DL Rilancio 2020.
«Avevamo scritto ad Assoporti chiedendo di intercedere presso il Governo perché ci fosse consentito di disporre anche per il 2022 della contestuale riduzione dell’importo dei canoni concessori per le nostre imprese» aveva detto nei giorni scorsi il n.1 dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale, Luciano Guerrieri, «Purtroppo, nonostante l’impegno dell’Associazione dei Porti Italiani, al momento la risposta del Governo è stata del tutto negativa».
La protesta ha comunque raccolti i suoi primi frutti se è vero che ieri, a Montecitorio, durante una seduta notturna, le commissioni riunite Ambiente-Trasporti hanno dato il via libera al Dl Infrastrutture, ottenendo alcune importanti novità sul fronte emendativo.
Nel testo, che approderà in aula il 27 ottobre per l’atteso via libera in prima lettura, sono infatti stati accolti gli emendamenti che assicurano la copertura delle spese per i sostegni Covid fino a tutto il 2021. Le Autorità di Sistema Portuale hanno ottenuto a questo scopo 4 milioni di euro a testa, ad accezione del Sistema Genova-Savona, che di milioni ne avrebbe presi cinque.
Per i deputati dem, Andrea Romano e Davide Gariglio, non era scontato che ciò accadesse. Così come non era scontato l’impegno del Governo a prevedere che gli stessi contributi siano inseriti nella legge di Bilancio 2022.
«Bisognerà tenere gli occhi puntati – ha dichiarato Romano -, presenterò in settimana un ordine del giorno relativamente al decreto trasporti perché vi sia un impegno formale più stringente sui passi successivi»