Il più basso numero di incidenti mai segnalati dal 1994. La prima metà dell’anno ha regalato all’International Maritime Bureau una bella e importante novità.
Tra Gennaio e Giugno sono stati contabilizzati “soltanto” 58 episodi di pirateria e rapina a mano armata nei confronti delle navi, con un calo di quasi il 15% rispetto ai 68 casi dello stesso periodo dell’anno precedente.
A certificarlo è il Piracy Reporting Center dell’IMB, in un report in cui sono anche stati segnalati 55 tentativi di abbordaggio di altrettante navi, due tentativi di attacco e un caso di dirottamento di una nave.
“Non si tratta soltanto di una buona notizia per i marittimi ma anche per il commercio nella sua globalità” afferma il direttore dell’IMB Michael Howlett, che però invita alla prudenza: “Non dobbiamo abbassare la guardia ed incoraggiare i Governi a non continuare i loro pattugliamenti nelle aree di maggiore rischio”.
Sebbene la riduzione degli incidenti segnalati sia davvero incoraggiante, l’IMB segnala come i tentativi di abbordaggio siano andati a segno nel 96% dei casi. Nonostante non siano state segnalati episodi di rapimenti degli equipaggi in questo periodo, Howlett fa osservare come persistano in tutti i casi segnalati seri rischi per l’incolumità dei marittimi. Nel periodo di riferimento, infatti, sono stati complessivamente presi in ostaggio 23 seafarer e altri 5 sono stati minacciati di morte.
Nel Golfo di Guinea
Dei 58 incidenti registrati, 12 sono stati segnalati nel Golfo di Guinea, dieci dei quali qualificati come rapine a mano armata e i restanti due classificabili come episodi di pirateria.
All’inizio di aprile, una nave portarinfuse Panamax è stata attaccata e abbordata dai pirati a 260 miglia nautiche al largo delle coste del Ghana. “Ciò dimostra che, nonostante una diminuzione degli incidenti segnalati, la minaccia della pirateria nel Golfo di Guinea e dei rapimenti dell’equipaggio rimane” segnala il report.
Stretto di Singapore
Le navi continuano a essere prese di mira e imbarcate dai pirati durante il transito nello Stretto di Singapore, area ad alto rischio di pirateria, nella quale è stato localizzato il 27% di tutti gli incidenti segnalati a livello globale dall’inizio dell’anno.
Gli autori sono riusciti a salire a bordo delle navi in tutti e 16 gli incidenti segnalati. Sebbene siano considerati crimini opportunistici di basso livello, gli equipaggi continuano a rischiare la vita: in sei indicenti è stato segnalato l’uso di armi.
Indonesia
Al di fuori dello Stretto di Singapore, l’arcipelago indonesiano ha visto per la prima volta dal 2018 un leggero aumento degli incidenti segnalati, con sette incidenti segnalati rispetto a cinque nello stesso periodo dell’anno scorso. Cinque navi sono state abbordate mentre erano all’ancora ed è stata segnalata l’esibizione di armi in almeno tre incidenti. Complessiva nell’area è stato registrato il 12% dei casi segnalati globalmente a partire da Gennaio.
Golfo di Aden
Sebbene dall’inizio dell’anno non siano stati segnalati incidenti, la minaccia della pirateria esiste ancora nelle acque al largo del Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden, che comprende le coste yemenite e somale. Quantunque le possibilità di incidenti si siano ridotte, i pirati somali continuano a possedere la capacità di assaltare le navi.