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Focus

Covid-19 e congestioni portuali

Anno nuovo, vecchi problemi

di Redazione

Con molta probabilità, nel 2022 non ci sarà il tanto auspicato cambio di passo con riferimento ai problemi di congestione di cui hanno sofferto l’anno scorso i principali porti europei e americani.

A mantenere un atteggiamento prudenziale, tendente verso il pessimistico, è Maersk, la seconda più grande compagnia al mondo specializzata nel traffico containerizzato.

«Unfortunately, 2022 has not started off as we had hoped» esordisce la società in un customer advisory diramato nei giorni scorsi. La recrudescenza del Covid, con la diffusione delle nuove varianti, «sta impattando negativamente sulla nostra capacità di movimentare la merce» sottolinea ancora il vettore danese.

«We recognize that this is causing delays to our customers» si lege nella nota. «Riconosciamo che i nuovi picchi di Covid registrati in alcuni porti e regioni chiave del globo stanno creando nuovi disagi e ritardi nella consegna dei container».

Di fatto, la situazione rimane critica in molti hub port e gateway terminal. In Nord Europa, ad esempio, la yard density, ovvero il coefficiente di riempimento del North Sea Terminal del porto di Bremerhaven ha raggiunto livelli mai visti, il 131%. Altri terminal europei riportano una yard density superiore al 100%, come l’Eurogate Terminal del porto di Amburgo (103%) e il Maasvlakte II di Rotterdam (114%).

Nella maggior parte dei porti del Northern Range le navi in arrivo devono attendere da 1 a 4 giorni prima di poter trovare una banchina disponibile. In Gran Bretagna, nel porto di Felixstowe, i tempi di attesa sono invece pari a 7-8 giorni.

Negli Stati Uniti la situazione è addirittura allarmante. Nel porto californiano di Long Beach le portacontainer sono costrette ad aspettare in rada da un minimo di 38 a un massimo di 45 giorni prima di poter trovare una banchina disponibile per l’attracco. E dire che lo scalo della Baia di San Pedro ha una yard density leggermente inferiore (83%) rispetto a quella del vicino porto di Los Angeles (86%), per il quale i waiting time days vanno da 0 a 28 giorni.

Sono messi meglio i porti di Oakland (75% di yard density e sei giorni di ritardo medio per l’attracco delle navi) e Seattle (100%, 10 giorni di ritardo medio) mentre in Canada, i tempi di attesa per l’attracco vanno dai 10 giorni per Prince Rupert ai 14 per Vancouver.

Disagi anche in Cina. L’epidemia di Covid-19 scoppiata nella città di Beilun, situata nella provincia dello Zhejiang, ha rischiato di paralizzare le attività operative del porto di Ningbo anche se, almeno per il momento, gli scali e le partenze delle navi risultano essere normali, così come le attività di carico e scarico.

Dopo alcuni giorni di difficoltà, anche le attività gate-in e gate-out dei container sono tornate alla normalità con una densità di piazzali combinata pari a circa il 75%. Tuttavia, Maersk segnala come i servizi di autotrasporto a Jinhua Yongkang, area a rischio medio-alto del distretto di Beilun, e quelli al di fuori della provincia di Zhejiang siano stati sospesi in base alla rigida regolamentazione della politica di prevenzione delle epidemie imposta dal Governo di Pechino.

«Stiamo lavorando a stretto contatto con tutte le parti coinvolte nella catena di approvvigionamento per per evitare che la situazione a Ningbo peggiori» afferma Maersk. Per evitare l’aggravamento dei problemi di congestione, il liner si è detto disposto a ricorrere ad alcune soluzioni, quali l’allungamento del transit time, per ridurre le code, l’apertura di depositi di container sostitutivi e lo spostamento delle merci a terra tramite modalità alternative alla gomma.

Insomma, appare evidente che nel 2022 i liner dovranno continuare a fare i conti con i problemi di congestione, con la carenza di container vuoti e una domanda di mercato in crescita sostenuta.

Probabile, quindi, che peggiori l’affidabilità degli orari delle linee di container globali, che come riportato da Sea-Intelligence, ha mantenuto nel 2021 una oscillazione tra il 33 e il 40%. Il report pubblicato a fine dicembre dalla consultany firm copre 34 collegamenti diversi e più di 60 linee e indica come a Novembre la schedule reiability sia scesa del 16,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

A Novembre, il liner più affidabile è stato Maersk, con una schedule reliability al 46,3%. A seguire Hamburg Süd con il 40,4%. Solo MSC ha una affidabilità che oscilla tra il 30 e il 40% mentre altri cinque vettori registrano una reliability va dal 20 al 30%. La peggiore performance è stata di Evergreen, con appena l’11,8%.

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