«Molti porti hanno ricevuto finanziamenti statali per elettrificare le banchine, e alcuni, come Savona e Genova, sembrano in dirittura d’arrivo con il vero e proprio progetto esecutivo. Bisognerebbe pensare però anche a chi questa tecnologia dovrà utilizzarla, ovvero alle compagnie».
A dirlo è Rossella Carrara, Vp Corporate Relations & Sustainability di Costa Group, in una intervista nella quale ha parlato dell’impegno che il gruppo crocieristico italiano sta portando avanti sul fronte della crescita sostenibile. Tra i temi toccati, il ruolo che il cold ironing può avere nell’ambito della lotta all’inquinamento ambientale e l’impatto della Guerra in Ucraina sul settore delle crociere.
Rossella Carrara, partiamo dalla stretta attualità: quale impatto ha avuto e avrà, secondo lei, il perdurare del conflitto in Ucraina sui traffici crocieristici?
La guerra in Ucraina sta avendo sia un impatto diretto sia un impatto indiretto sulle crociere. Quello diretto riguarda l’impossibilità, per motivi di sicurezza, di operare con le navi nel Mar Nero e nella parte più orientale del Mar Baltico. L’impatto indiretto, ancora più rilevante del primo, riguarda gli effetti economici che il conflitto ha innescato in Europa: inflazione, aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Questi fattori rischiano di condizionare la fiducia dei consumatori e la loro capacità di spesa, e generano un aumento dei costi operativi. In uno scenario così complesso, la nostra offerta è stata ben recepita dal mercato, con ottimi livelli di soddisfazione da parte degli ospiti, perché ha un rapporto qualità-prezzo eccellente, frutto del grande lavoro di rinnovamento del nostro prodotto a cui ci siamo dedicati negli ultimi mesi.
Molte compagnie croceristiche si stanno impegnando per dare il loro contributo per traguardare l’obiettivo Net-Zero entro il 2050. Sappiamo che Costa Crociere sta sperimentando sulla Costa AIDA una miscela di biocarburante marino. Ce ne potete parlare?
Costa Crociere è pioniera nell’impegno verso una crescita sostenibile del settore crocieristico. Ad esempio, siamo stati la prima compagnia del settore a introdurre gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU nel nostro modello di business, facendo della sostenibilità un elemento integrante della nostra offerta. Rispetto alla neutralità climatica, la nostra ambizione è quella di introdurre una nuova generazione di navi che operino a zero emissioni nette entro il 2050. Questo richiede ovviamente un focus importante sulla ricerca e sviluppo. Al momento, infatti, non esiste un’unica tecnologia che consenta da sola di raggiungere questo obiettivo. Esiste un mix di tecnologie, molte della quali in fase ancora sperimentale, su cui lavorare. Il biocarburante, è una di queste. A luglio AIDAprima è diventata la prima nave da crociera di grandi dimensioni a essere rifornita con una miscela di biocarburante marino, che si ottiene da materie prime sostenibili al 100% come l’olio da cucina di scarto, e gasolio marino. Ma oltre al biocarburante ci sono tante altre tecnologie che stiamo sperimentando, come le batterie o le celle a combustibile. Per poter sviluppare al meglio questo grande lavoro di ricerca abbiamo addirittura creato all’interno del nostro gruppo un dipartimento dedicato alla decarbonizzazione. Come detto, si tratta in molti casi di ricerca, che affrontiamo insieme partner qualificati e che richiede un investimento considerevole. Per questo sarebbe utile un intervento da parte delle istituzioni, a livello nazionale ed europeo, come avvenuto in altri settori, per sostenere con incentivi e finanziamenti l’implementazione di queste nuove tecnologie “green” sulle navi da crociera.
Recentemente avete stretto un accordo con Trenitalia per studiare soluzioni di viaggio integrate nave-treno, valorizzando i territori e le loro caratteristiche. Qual è l’obiettivo di questo accordo e quali sinergie pensate ad esempio di sviluppare in Toscana?
Nell’estate del 2021, durante la nostra fase di ripartenza, abbiamo presentato e iniziato a condividere con le istituzioni e le comunità locali il nostro “Manifesto per un turismo di valore, sostenibile e inclusivo”, il decalogo che riassume l’impegno di Costa Crociere per crescere insieme alle destinazioni dove opera con le sue navi. Questo manifesto nasce da un concetto chiave, ovvero quello di considerare le navi come parte integranti dei territori e delle comunità che le accolgono durante il loro viaggio, e non più come mezzi di trasporto che entrano e escono da un porto. Di conseguenza, il nostro impegno per migliorare le performance ambientali non si esaurisce sulla nave, ma deve necessariamente coinvolgere anche tutta quella parte di mobilità connessa alle crociere che si svolge a terra, come ad esempio le escursioni o i trasporti necessari per portare i passeggeri nei porti di imbarco e riportarli a casa. Essendo una compagnia italiana, che opera in Italia con la maggioranza delle sue navi, siamo partiti con collaborazioni che riguardano grandi aziende italiane, come Trenitalia. Il treno è un mezzo sostenibile, che ha una diffusione capillare nel nostro paese. Per cui si sposa perfettamente con i nostri obiettivi. E inoltre permette di creare sinergie importanti per la valorizzazione del patrimonio italiano. In particolare con Trenitalia abbiamo avviato un progetto strategico di trasporto sostenibile dei passeggeri, focalizzato su alcuni collegamenti con i porti di destinazione delle navi di Costa Crociere, con il coinvolgimento anche delle istituzioni nazionali, regionali e locali. Tra le iniziative che rientrano nell’ambito dell’accordo ci sono anche lo studio di feeder locali elettrici che colleghino porto e stazione, e di collegamenti ferroviari di “ultimo miglio turistico” porto-città-aeroporto.
La vostra compagnia è stata la prima a introdurre la propulsione a GNL, ritenete che il Gas Naturale Liquefatto sia ancora oggi un carburante su cui puntare o condividete la posizione di chi la ritiene una soluzione ormai superata in vista della piena transizione verso carburanti alternativi pienamente sostenibili (idrogeno, ammoniaca, etc)?
Nel corso degli anni, il Gruppo Costa ha guidato l’innovazione sostenibile per l’intero settore introducendo costantemente, primo nel settore, nuove tecnologie avanzate a bordo delle sue navi. In particolare, siamo stati i primi a introdurre l’alimentazione a LNG, quando ancora non esisteva una infrastruttura dedicate in Europa. Oggi l’LNG è diventata una realtà per le crociere, con ben 4 navi già in servizio nella flotta del nostro Gruppo. Nel frattempo, tante altre compagnie ci hanno seguito, ordinando anche loro navi a LNG. Come detto, la strada verso le emissioni zero nette per le crociere è caratterizzata dalla sperimentazione, dalla ricerca, con nessuna nuova tecnologia che al momento è in grado di garantire da sola l’energia di cui necessita una nave da crociera di grandi dimensioni. Né l’idrogeno, né l’ammoniaca. L’LNG è invece già una certezza, e al momento rappresenta la più avanzata ed efficacie tecnologia di alimentazione disponibile per ridurre le emissioni. Per cui, se non sarà la soluzione definitiva, l‘LNG rappresenta comunque una tappa importante e duratura nel percorso di transizione sostenibile del nostro settore.
Molti porti, compreso quello di Livorno, stanno puntando alla elettrificazione delle banchine per ridurre l’inquinamento. Secondo la vostra opinione ha effettivamente un’efficacia tangibile nella lotta all’inquinamento?
Lo shore power è un’altra delle tecnologie a cui stiamo lavorando con il nostro nuovo dipartimento di decarbonizzazione. Al momento circa un terzo delle nostre navi sono già predisposte, con altre 5 in fase di predisposizione. In Nord Europa, dove i porti sono già attrezzati, le navi della nostra compagnia tedesca AIDA Cruises utilizzano regolarmente l’alimentazione da terra. Sicuramente questa tecnologia ha una sua efficacia tangibile, visto che consente di ridurre o eliminare l’utilizzo di combustibile durante le soste delle navi in porto, allacciandosi alla rete di terra. Questo a patto che l’energia proveniente da terra venga prodotta in modo sostenibile. Il problema sinora è stato che pochi porti al mondo erano attrezzati per garantire lo shore power alle navi da crociera, e nessuno in particolare nel Mediterraneo. Negli ultimi tempi le cose stanno cambiando. Molti porti hanno ricevuto finanziamenti statali per elettrificare le banchine, e alcuni, come Savona e Genova, sembrano in dirittura d’arrivo con il vero e proprio progetto esecutivo. Bisognerebbe pensare però anche a chi questa tecnologia dovrà utilizzarla, ovvero le compagnie. Per sfruttare al meglio questa opportunità sarebbe auspicabile un intervento delle istituzioni non solo per garantire un supporto economico al refitting delle navi e una armonizzazione dei prezzi dell’energia, ma anche per stabilire modelli di implementazione uniformi in tutti i porti. Se ogni porto ha uno standard diverso, diventa impossibile per le compagnie utilizzare lo shore power con continuità e quindi diventa non più sostenibile dal punto di vista operativo ed economico.