Su 34 rotte commerciali solo cinque non hanno subito il contraccolpo della crisi pandemica e dei problemi di congestione da essa originati.
Lo evidenzia nel suo nuovo report la società di consulenza Sea Intelligence, aggiungendo come ad agosto 2021 i giorni cumulati di ritardo medio nella consegna della merce movimentata via mare siano arrivati a quattro, a 3,93 per l’esattezza.
La consultancy firm ha analizzato i dati aggiornati di Global Liner Performance e ha fatto un confronto tra la situazione pre-pandemica 2016-2019 e quella attuale. Se a Gennaio 2019 le navi viaggiavano con un ritardo medio inferiore ai 0,5 giorni, due anni dopo, a gennaio 2021, i giorni cumulati si sono quintuplicati. Fatta eccezione per qualche sporadico miglioramento nell’estate del 2020, la situazione è andata costantemente peggiorando a fine anno.
La maggior parte dei trade analizzati da GLP mostra i segni della crisi: i giorni di ritardo cumulati, ad esempio, lungo i collegamenti tra l’Asia e la US west coast sono oggi quasi 9, mentre sono 8 i giorni di ritardo cumulati lungo la rotta Oceania-Nord America.
I problemi di congestione non sono dunque retaggio solo di uno o due porti statunitensi ma hanno intaccato tutto il commercio mondiale. Le rotte meno impattate sono invece soprattutto quelle che mettono in collegamento il Sud America con l’Europa e il Nord America: in questi casi si è accumulata appena una mezza giornata di ritardo.