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Container, mercato al bivio tra fiducia e diffidenza

di Redazione

Le crescenti tensioni geopolitiche non hanno frenato la crescita del commercio di container nel 2024. I dieci principali porti al mondo hanno visto complessivamente aumentare i propri volumi del 7,4% nei primi sei dell’anno. Lo rivela Linerlyitica nel suo ultimo report.

A trainare la crescita i porti cinesi, con Shanghai (+7,5%), Ningbo (+8,4%), Shenzhen (+14,9%) e Qingdao (+9%). Hong Kong è di fatto l’unico porto ad aver fatto registrare cifre negative nel primo semestre. Los Angeles ha invece visto aumentare i propri volumi di 14,7% mentre a Singapore i container imbarcati e sbarcati sono aumentati del 6,4%

“Si prevede che la forte performance persisterà fino alla seconda metà del 2024, con le stime di crescita del volume globale dei container per l’intero anno riviste al rialzo al 5,4%” affermano gli esperti della consultancy firm.

La domanda di mercato rimane insomma abbastanza elevata, con chiare ripercussioni anche sull’andamento dei noli, che pure si sta facendo più variabile a causa anche del naturale e fisiologico allentamento del cosiddetto fenomeno del front-loading, ovvero della tendenza degli shipper ad anticipare le ordinazioni della merce in previsione di un possibile peggioramento delle condizioni congiunturali (nuovi possibili problemi di congestione dei porti, escalation della tensione nel Medioriente, aumento dei dazi doganali, etc).

Gli ultimi dati sulla domanda misurata in TEU aggiornati a maggio evidenziano come questa sia superiore del 5,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. “Si tratta di un tasso di crescita più che rispettabile” afferma il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen, che sottolinea tuttavia come la peak season, iniziata quest’anno prima del previsto, stia cominciando ad esaurire la propria spinta propulsiva. Non è un caso che il mese di luglio si sia concluso con un leggero appiattimento dei tassi spot: “Se non accadrà nulla di nuovo, dovremmo aspettarci che i livelli dei tassi scendano gradualmente fino alla fine di settembre, dove le festività cinesi della Golden Week nella prima settimana di ottobre segnano tradizionalmente la fine dell’alta stagione” aggiunge l’esperto analista.

Una cosa è certa, la volatilità dei tassi spot sta cominciando ad influenzare anche l’andamento tassi a lungo termine. Ne dà prova Xeneta, rilevando come il Global XSI, che copre tutti i contratti a lungo termine validi sul mercato, abbia raggiunto 151,5 punti a luglio. Sebbene sia ancora inferiore del 4% rispetto a dicembre dello scorso anno, l’indice registra valori in aumento del 2,5% su base mensile.

In particolare, il sottoindice XSI relativo alle esportazioni dall’Estremo Oriente – che comprende i maggiori traffici fronthaul del mondo verso l’Europa e gli Stati Uniti – è aumentato a luglio del 12,6%, a 178,8 punti.

“Le tariffe di spedizione marittima di container a lungo termine sono rimaste contenute nonostante i massicci aumenti sul mercato spot di maggio e giugno, ma le cose stanno iniziando a cambiare” afferma l’analista senior di Xeneta Shipping, Emily Stausbøll.

“Questo è un momento cruciale per il mercato” sottolinea ancora l’analista. “I caricatori sperano che il mercato spot crolli bruscamente e velocemente, mentre i vettori faranno tutto il possibile per mantenere elevate le tariffe a breve termine”.

Sebbene appaia ormai chiaro che i noli spot abbiano raggiunto il picco, non è detto che i guadagni dei liner seguano subito la stessa china discendente. Anzi, secondo gli esperti è altamente probabile che il terzo trimestre dell’anno sia uno dei migliori di sempre per i big carrier.

Maersk ha ad esempio rivisto recentemente al rialzo la proprie full-year guidance, prevedendo di chiudere l’anno con un EBITDA compreso tra i 9 e gli 11 miliardi di dollari  e un EBIT compreso tra i 3 e i 5 mld. Le stime precedenti si attestavano intorno a un EBITDA compreso tra i 7 e i 9 mld e un EBIT compreso tra gli 1 e i 3 mld.

Un’altra importante compagnia di navigazione, ONE, ha da poco reso noti i propri risultati finanziari riferibili al primo trimestre dell’anno fiscale 2024, che è terminato lo scorso 30 giugno: il sensibile rialzo dei noli spot, trainato dal re-routing delle navi che collegano l’Asia all’Europa sulla rotta che passa dal Capo di Buona Speranza, ha inevitabilmente favorito le performance finanziarie del liner: nel periodo di riferimento, i ricavi sono aumentati dell’11,8%, a 4,2 mld di dollari.

E’ indubbio che la situazione perdurante di crisi nel Mar Rosso, dove il traffico navale è preso di mira dagli attacchi con droni condotti dai ribelli yemeniti Houthi, stia influenzando ancora oggi le attuali dinamiche di mercato nel trasporto marittimo.  Ma quanto durerà l’attuale situazione di incertezza geo-politica? Non è dato sapere quando le compagnie di navigazione torneranno in massa a riutilizzare Suez, ma per gli esperti l’auspicato ritorno alla normalità potrebbe portare nel breve termine a notevoli problemi di congestione, soprattutto in Europa e ad un calo repentino delle tariffe di trasporto.

“Tuttavia – spiega Jensen sul Baltic Exchange – gli eventi delle ultime settimane altamente improbabile che ciò possa avvenire. L’attacco israeliano al porto di Hodeidah, nella parte dello Yemen controllata dagli Houthi, è servito solo a prolungare la soluzione della crisi. Al momento in cui scriviamo vi è incertezza relativa ad una possibile risposta israeliana all’ultimo attacco di Hezbollah. Tuttavia, potremmo assistere a un’escalation del conflitto in Libano, che prolungherebbe ulteriormente i tempi per un’inversione della rotta di Suez”.

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