Ormai la nuttata è passata. Si è depositato il polverone sollevato dalla notizia del congelamento delle tariffe spot voluto da due big liner come Cma Cgm e Hapag Lloyd ed è arrivato il momento delle riflessioni.
A farsene carico, in un post pubblicato su Linkedin, è il Ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen. “Il primo elemento che tutti farebbero bene a ricordare – sottolinea l’esperto – è che entrambi i vettori hanno comunque in programma di introdurre un certo numero di surcharge o sovrapprezzi. CMA CGM ne ha 40 in cantiere mentre la compagnia tedesca ne ha ancora 45 da applicare”.
Non si tratta di una contraddizione, afferma Jensen, che ricorda come tali implementazioni vengano di solito annunciate un mese prima dell’effettiva applicazione.
Un altro elemento su cui riflettere è che entrambi i liner “sposteranno il grosso del loro business verso il segmento dei contratti a lungo termine, con ciò rendendosi meno dipendenti dal mercato spot”. Per Jensen il messaggio che i vettori intendono lanciare ai propri clienti è chiaro: “Una maggiore disponibilità a pagare nel mercato spot non necessariamente ti farà guadagnare lo spazio che ti serve sulla nave. E, comunque, se il mercato è arrivato al culmine, l’applicazione di un tale limite non avrà effetti negativi sulle compagnie”.
Terzo e ultimo spunto di riflessione. “A che cosa si applicano i limiti tariffari?” Si domanda Jensen. “Nel caso di Cma Cgm, è indicato molto chiaramente sul sito che il congelamento delle tariffe spot si applicherà a tutti i servizi. Ma, attenzione, non è detto che lo stesso discorso valga anche per i surcharge sia terrestri che oceanici” dice il ceo di Vespucci Maritime.
Hapag Lloyd è stata invece più chiara e ha specificato che il tetto viene applicato sia alle tariffe spot che ai supplementi. “Tuttavia – aggiunge Jensen – sul loro sito web sono stati annunciati alcuni aumenti nelle scorse settimane”.
L’esperto chiarisce che la compagnia tedesca avrebbe infatti deciso per ora di bloccare le tariffe soltanto sui traffici provenienti dal Far East, dove i livelli di tasso FAK sono molto alti. In altre parole, sulle altre rotte potrebbero essere previsti aumenti tariffari se giustificati da livelli di tasso FAK non tanto alti quanto quelli che interessano i commerci asiatici.