Interviste

Colloquio con Massimo Deiana

«Difendiamo i nostri porti»

di Marco Casale

«Ho una convinzione radicata. L’impugnazione dinnanzi ai Giudici comunitari della decisione Commissione Europea in ordine alla vicenda della fiscalità delle Autorità di Sistema Portuali non è un attacco aperto all’UE ma, al contrario, un atto di profondo rispetto dell’Istituzione eurounitaria nel suo complesso».

Il presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna, Massimo Deiana, sfoggia tutto l’ecumenismo di cui dispone per descrivere il momento particolarmente concitato che sta vivendo l’Italia dei porti. Mentre si moltiplicano in queste ore i richiami alla battaglia giusta, nella riscoperta dell'”ut unum sint” come via imprescindibile alla difesa della specificità dei soft values portuali, il numero uno del porto di Cagliari invita ad abbassare i toni guerreschi: «Il nostro non è un atto di forza. Stiamo semplicemente chiedendo all’Unione di fare una valutazione più approfondita sulla peculiarità dei porti italiani. La troppo totalizzante ispirazione pro-concorrenziale della Commissione Europea in materia di Aiuti di Stato non può andare a detrimento della tutelabilità dell’interesse pubblico generale cui sono preposte le AdSP».

Premesso che gli scali portuali nazionali non sono in competizione con quelli del Northern Range, ma piuttosto con i porti extra Ue come quelli del nord Africa, «l’UE non può fare di tutta l’erba un fascio e applicare in modo indiscriminato le stesse norme a tutte le realtà portuali del Vecchio Continente. Chiediamo quindi alle autorità giudiziarie preposte di cimentarsi in una doverosa ponderazione dei contrapposti interessi in gioco».

Il n.1 dell’Autorità di Sistema del Mar di Sardegna risponde poi alle osservazioni pubblicate su Facebook in questi giorni dal prof. Maurizio Maresca e riprese da Port News: «Ho il massimo rispetto delle opinioni del mio amico Maurizio Maresca, ma ritengo che i campioni nazionali della portualità che tutti cercano ci siano già. E sono le Autorità di Sistema Portuali, già strutturate in maniera tale da affrontare quel tipo di sfide che giustamente cita».

Per Deiana le AdSP non sono semafori cui competano soltanto la funzione di regolamentare il traffico in partenza o in arrivo nei porti. «Oggi più che mai mi rendo conto della svolta che la riforma Delrio ha impresso ai nostri scali portuali. Che è stata quella di garantire alle AdSP di operare in un contesto di mercato più ampio, e maggiormente competitivo, e di diventare elementi di stimolo e di sviluppo del tessuto economico e sociale di questo Paese».

Chiaramente ci sono delle criticità: «Non tutte le Autorità di Sistema riescono a svolgere al meglio questi compiti, spesso per eccessive resistenze e istanze protezionistiche locali, e ci sono ancora molte inefficienze derivanti da una ipertrofia burocratica, ma non per questo dobbiamo gettare il bambino con tutta l’acqua sporca»”.

I sistemi portuali devono lavorare organicamente con la Conferenza Nazionale, che  -ne è convinto Deiana – deve diventare sempre di più la cabina di regia e il contesto nel quale fare la necessaria sintesi. «I nostri porti hanno una cassetta degli attrezzi abbastanza fornita e tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per sviluppare al massimo le proprie potenzialità», afferma il presidente dell’AdSP sarda.

La situazione non è poi molto dissimile da quella delle concessioni demaniali: «E’ vero – ammette Deiana – non abbiamo ad oggi il regolamento concessorio, che aspettiamo ormai da più di un quarto di secolo. La condizione è quindi ampiamente perfettibile. Ma ritengo che disponiamo di tutti i necessari riferimenti normativi per poter svolgere al meglio i nostri compiti: ovvero la lagge 84/94, il codice della navigazione e il regolamento di attuazione del CDN». Al momento, insomma, il sistema consente di gestire la situazione in maniera corretta, «prestando la doverosa attenzione al rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza».

Deiana conclude la sua riflessione con un richiamo alla difesa di ciò che rappresentano i porti per l’Italia: «Sono un patrimonio in cui credere e investire. E dobbiamo impegnarci in prima linea per difendere e valorizzare il lavoro che con grande professionalità e molta umanità uomini delle istituzioni e lavoratori portuali e della logistica svolgono ogni giorno per garantire al nostro Paese sviluppo e benessere».

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