Il mercato dei container è in salute e promette di restarlo sino al 2022 grazie soprattutto al boom delle vendite on line e al processo di ricostituzione delle scorte aziendali dopo i mesi di lockdown.
Lo certifica il direttore di Maritime Strategies International Asia, David Jordan: «La domanda di trasporto marittimo sta continuando a crescere ed è chiaro che i volumi movimentati si attesteranno su livelli elevati anche nel secondo trimestre. Ci aspettiamo per il 2021 una crescita complessiva del 7% sul 2020, con un trend positivo che si trascinerà anche per buona parte del 2022».
Le rate di nolo, invece, dovrebbero gradualmente calare a cominciare dalla fine dell’anno, quando il progressivo aggiustamento degli squilibri generati dai problemi di congestione di cui hanno sofferto molti scali portuali alla fine del 2020 e una maggiore disponibilità di container dovrebbe favorire una lenta normalizzazione della situazione.
Una situazione che però, almeno per il momento, pare aver subito il contraccolpo dell’effetto Suez. L’incaglio della Ever Given lungo la principale via d’acqua al mondo ha creato interruzioni nella catena logistica e nuovi squilibri tra domanda ed offerta. La scorsa settimana i noli marittimi di trasporto sono aumentati in quasi tutti i trade. Freightos registra aumenti del 7% lungo le rotte verso Mediterraneo ( a 7.899 dollari a FEU) e del 6% nei viaggi verso il Nord Europa (a 7.762 dollari a FEU).
Per l’immediato, anche la disponibilità di container continuerà a rappresentare un problema per molti caricatori. A segnalare il momento estremamente difficile del mercato è l’analisi congiunturale offerta da Container xChange, sito specializzato del settore, che attraverso il proprio indice CAx (Container Availability Index) misura lo stato di salute della domanda e dell’offerta del traffico containerizzato nei principali porti del mondo.
È proprio il Cax a segnalare come i prezzi medi per un container usato da venti piedi siano aumentati in Cina del 94% da Novembre scorso: oggi sono venduti a un prezzo medio di 2500 dollari, contro i 1299 dollari di cinque mesi fa. Anche i prezzi dei contenitori nuovi sono saliti alle stelle: a Shanghai vengono venduti a una media di 3390 dollari (+64% sul 2020).
In una nota ai consumatori, Maersk ha avvisato come il Covid e i problemi di congestione derivanti dall’incidente di Suez stiano mettendo sottopressione la compagnia: «Stiamo accelerando l’iniezione di nuovi contenitori nella nostra flotta. Entro la fine del secondo trimestre avremo aggiunto 260.000 TEU». La mancata disponibilità di equipment porta i big carrier ad assumere un atteggiamento prudenziale e ad accettare ordini soltanto per l’immediato, sulla base delle disponibilità.
«Dobbiamo ancora decifrare la nuova tendenza di mercato ma riteniamo che la situazione rimarrà difficile per tutto il terzo trimestre. I porti e le infrastrutture risulteranno ancora fortemente congestionati e ci saranno ritardi nelle consegne» ha affermato Jordan.
Secondo il ceo di Sea-Int, Alan Murphy, il new normal del mercato avrà però livelli significativamente più alti di quelli registrati prima dell’inizio della Pandemia. A guidare la ripresa saranno principalmente i consumatori nord-americani. «Negli Stati Uniti il mercato ha registrato sul lato della domanda tassi di crescita pari al 20-25% sul 2019. Dio benedica gli americani, che spendono ogni centesimo che hanno».
Murphy si aspetta che la progressiva rimozione delle misure restrittive di contenimento del Covid porti i consumatori a spostare la propria attenzione sui servizi. Ma l’inevitabile contrazione del consumo di beni non inciderà negativamente sui volumi movimentati dai big carrier specializzati nel trasporto marittimo di container. Per un semplice motivo: la domanda di mercato continuerà ad essere alimentata dai venditori retail, che si troveranno costretti a ricostituire le scorte dopo i mesi del lockdown. Chiaramente, a sostenere le vendite al dettaglio sarà l’E-commerce.