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Analisi Sea Intelligence

East Coast, operatività a rischio nei porti USA

di Redazione

Manca poco più di un mese alla scadenza dell’accordo contrattuale che negli ultimi sei anni ha mantenuto la pace in banchina, regolamentando i rapporti di lavoro tra i terminalisti e i dock workers dei porti della East Coast statunitense.

Il presidente del sindacato dei lavoratori portuali della costa orientale degli USA (The International Longshoremen’s Association – ILA), Harold Dagget, lo ha detto chiaramente: “Se non raggiungeremo un accordo con la controparte (The United States Maritime Alliance – USMX) entro il 30 settembre, dal primo ottobre i portuali incroceranno le braccia”.

Secondo Sea Intelligence, l’eventuale sciopero potrebbe costare caro ai porti della costa orientale statunitense: “Utilizzando dati storici, stimiamo che i volumi di movimentazione della costa orientale degli Stati Uniti siano pari a 2,3 milioni di TEU nel mese di ottobre, che si traducono in 74.000 TEU al giorno, divisi tra i 36.000 TEU in import e i 38.000 TEU in export. Solo per i vuoti, uno sciopero significherebbe l’impossibilità di caricare 20.000 TEU al giorno” afferma la consultancy firm.

Non solo: una volta terminato il potenziale sciopero, i porti si troverebbero poi a dover gestire ed evadere l’arretrato che si è nel frattempo venuto a formare nei giorni di blocco dell’operatività: “La capacità in eccesso in questo contesto è la capacità del porto di movimentare volumi superiori a quelli effettivamente movimentati” spiega la consultancy firm, aggiungendo che il sistema portuale a ottobre avrebbe la capacità di aumentare la movimentazione portuale del 13% rispetto a i previsti 2,3 milioni di TEU.

La Figura 1 mostra il tempo necessario per eliminare l’arretrato di 74.000 TEU creato dal primo giorno di sciopero. “Poiché stimiamo che i porti della costa orientale abbiano una capacità in eccesso del 13% rispetto al flusso normale previsto di 2,3 milioni di TEU in ottobre, ci vorrebbero 6 giorni per eliminare l’arretrato dal primo giorno di sciopero. Se i porti avessero a disposizione solo un po’ più di capacità in eccesso, saremmo in grado di ridurre questa cifra a 4-5 giorni. Tuttavia, ciò significa che per annullare gli effetti negativi di uno sciopero di una settimana indetto all’inizio di ottobre occorrerebbe aspettare fino a metà novembre”.

“Se lo sciopero dovesse durare due settimane, realisticamente, i porti potrebbero impiegare due mesi prima di poter tornare alla vita normale. Ciò significa che la piena operatività non verrebbe ripristinata prima di inizio anno” concludono gli analisti di Sea Int.

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