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Annunciati nuovi surcharge per far fronte agli extra-costi

ECA mediterranea, i carrier si attrezzano

di Redazione

A partire dal prossimo mese il Mediterraneo entrerà a far parte delle Emission Control Areas (ECA), le aree nelle quali è vietato alle navi in navigazione di utilizzare carburanti con limiti di zolfo superiori allo 0,1%, rispetto allo 0,5% standard imposto a livello globale a partire dal 2020.

L’istituzione della quinta ECA a livello mondiale, dopo quelle di Mar Baltico; Mare del Nord; Nord America (Stati Uniti e Canada); Mar Caraibico deli USA (Porto Rico e Isole Vergini statunitensi), avrà delle ricadute importanti per gli operatori navali, sottoponendo le navi che operano nel Mare Nostrum a sostenere costi più elevati, a meno che non siano dotate di scrubber.

E proprio per far fronte a questi possibili rincari che le principali compagnie di navigazione attive nel trasporto container hanno annunciato nei giorni scorsi nuovi surcharge, oltre a quelli già introdotti in passato per sostenere i sovraccosti derivanti dall’applicazione della normativa europea sulla tassazione delle emissioni (ETS).

Nel dettaglio, Maersk ha dichiarato di aver integrato i nuovi extra-costi nel Fossil Fuel Fee (FFF), con prezzi che oscillano da un massimo di 272 euro a box da venti piedi per la rotta Nord Europa- Mediterraneo ad un minimo di 239 euro a TEU per i servizi di collegamento tra il Nord Europa e il Mediterraneo Occidentale.

Quella introdotta da CMA CGM  avrà invece la denominazione di “Low Suplhur Surcharge” e sarà applicata a tutti i transiti nel Mediterraneo.

Anche ONE ha deciso di introdurre un Mediterranean ECA Surcharge di 17 dollari a TEU per ogni spedizione che abbia come destino od origine il Mare Nostrum. “Le tariffe ECA – spiega il vettore giapponese – saranno riviste e aggiornate su base trimestrale”.

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