Interviste/Osservatorio Ambiente

Verso un trasporto marittimo sostenibile

Emanuele Grimaldi: «Le mie sfide per il futuro del settore»

di Rossana Revello

La sostenibilità non è soltanto uno slogan ma una priorità per il mercato del trasporto marittimo. Ne è convinto l’amministratore delegato del Gruppo Grimaldi, Emanuele Grimaldi, che in questa intervista rilasciata a Rossana Revello spiega come i vettori marittimi e gli stakeholder del settore camminino oggi su un crinale sottile.

«Le decisioni che prenderemo, in particolare per quanto riguarda il raggiungimento dell’obiettivo net zero, potrebbero cambiare la struttura del settore nei decenni a venire» aveva dichiarato in occasione della sua nomina alla guida dell’International Chamber of Shipping (ICS), l’Associazione Mondiale degli armatori che rappresenta l’80% della flotta mondiale, oggi Grimaldi ribadisce la propria posizione, precisando come la riduzione delle emissioni e il benessere degli equipaggi siano tra le priorità che caratterizzeranno il suo mandato nell’ICS.

Non è un caso che nella recente riunione dell’Associazione di pochi giorni fa il tema della sostenibilità ambientale sia stato messo in cima all’agenda.

La notizia è che l’ICS sta lavorando con l’International Maritime Organization (IMO) per raggiungere un accordo a livello globale sulla tassazione degli armatori per le emissioni di carbonio prodotte dalle navi.

La proposta prevede un prelievo sui contributi obbligatori, cui sono soggetti i vettori, per ogni tonnellata di CO2 emessa dalle navi che superano un certo tonnellaggio.

I contributi confluirebbero in un “fondo per il clima” da utilizzare per sostenere gli investimenti in nuove tecnologie per la produzione di carburanti puliti nei paesi in via di sviluppo.

Il messaggio è chiaro: chi inquina paga, secondo una logica di gradualità (si partirebbe dal 2024). La tassa sarebbe applicata globalmente a tutti i vettori e, quindi, all’industria a livello globale. In questo modo verrebbero superate le preoccupazioni di quanti ritengano poco agibili le misure adottate da giurisdizioni separate come quella dell’Unione Europea.

Da n.1 di una realtà manageriale da 3 miliardi l’anno di fatturato e 15 mila dipendenti nel mondo, Grimaldi ha da tempo posto grande attenzione al tema della lotta all’inquinamento ambientale.

La compagnia di navigazione italiana ha da poco annunciato un investimento da 1 miliardo di euro per l’acquisizione di dieci nuove navi eco-sostenibili predisposte per l’alimentazione ad ammoniaca.

«Tra i combustibili senza carbonio, l’ammoniaca green (prodotta con fonti rinnovabili da elettrolisi dell’acqua) è oggi tra le più promettenti» afferma il presidente della società di armamento. «Per questo ci stiamo preparando in attesa che si sviluppino nei prossimi anni i motori e le necessarie infrastrutture. Le nuove navi avranno anche 5 MWh di batterie e tutte le tecnologie all’avanguardia per la riduzione dei consumi. In questa fase di transizione verso i combustibili di nuova generazione, abbiamo lavorato a ridurre (di oltre 50%) le emissioni di CO2 per carico trasportato».

Il n.1 dell’ICS ritiene che l’elettrico sia il futuro. «Siamo stati pionieri delle Zero Emission in Port (le navi che utilizzano l’energia immagazzinata nelle batterie a litio mentre sono ferme in banchina ndr) e abbiamo 100 MWh di batterie tra installate ed in corso di installazione» sottolinea, aggiungendo che «Abbiamo siglato accordi di collaborazione con Enel-X ed i più importanti porti europei per i primi progetti pilota».

Il cold ironing è uno degli step individuati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la transizione ecologica dei porti. Nel pacchetto Fit for 55% sono contenute due proposte di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che fissano al 2030 la data entro cui i porti della rete TEN T dovranno garantire una fornitura minima di elettricità da terra che soddisfi almeno il 90% della domanda.

Per gli armatori l’elettrificazione delle banchine rappresenta sicuramente una sfida da affrontare e questo Grimaldi lo sa bene: «Per il cold-ironing – dice – mi auspico che vengano rispettati i criteri di competitività: l’energia elettrica da terra deve essere prodotta da fonti rinnovabili, e il costo/kWh deve essere competitivo rispetto alle soluzioni alternative, altrimenti ci ritroveremmo nel paradosso di dover sostenere ingenti investimenti senza però riuscire ad abbattere le emissioni di CO2».

Il n.1 della società armatoriale assegna del pari non poca importanza alle nuove tecnologie satellitari destinate ad aumentare l’efficienza e la sicurezza dei sistemi di conduzione delle navi, tanto da aver sviluppato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) il progetto GSAB (Grimaldi Satellite Assisted Berthing): «Si tratta di un progetto R&D finanziato dall’ESA. Nostro partner sarà la norvegese Kongsberg, tra i più grandi gruppi tecnologici internazionali con sede in Norvegia che fornisce sistemi ad alta tecnologia nei settori della marina mercantile, della difesa e dell’aerospaziale».

Grimaldi spiega che «le nostre navi che scalano il porto di Anversa in Belgio sono dotate dei sistemi di automazione Kongsberg e il primo livello “Autonomous level-1″ studierà soluzioni di ausilio alle fasi di manovra ed attracco in banchina, con carte nautiche ECDIS (Electronic Chart Display and Information System) dettagliatissime e radar di ultima generazione, aumentando la sicurezza e l’efficienza».

Il presidente dell’ICS non crede però che i nuovi processi di automazione nell’ambito della navigazione avranno ripercussioni negative sul tasso occupazione: «Da tanti anni già esiste l’autopilota in navigazione in mare aperto e la notazione di classe per la macchina non presidiata» dice. «Anzi, al contrario, il progresso non si può fermare ma offrirà opportunità di formazione e skill adeguati a gestire le nuove tecnologie a bordo di navi sempre più innovative».

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