Una esercitazione antipirateria per i mettere alla prova le procedure di intervento della Marina Militare nel caso di un attacco nei confronti di un’imbarcazione differente dalle grandi navi da carico. Si è svolta ieri, nelle acque del Golfo di Guinea, un’area interessata dalla recrudescenza del fenomeno della pirateria.
A darne notizia, in un comunicato stampa, la Confederazione Italiana Armatori, promotrice dell’iniziativa assieme a Centrale Operativa del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) e al Centro Operativo Nazionale Guardia Costiera (MARICOGECAP).
Il test ha coinvolto la motonave BLUE BROTHER della Società Bambini SpA di Ravenna e la Nave MARCEGLIA della Marina Militare.
“Le esercitazioni congiunte – afferma Confitarma – rappresentano un importante test delle procedure di allarme e delle comunicazioni tra tutti i soggetti coinvolti, ma anche un’occasione preziosa per verificare i piani di sicurezza in vigore e mettere a punto l’interazione operativa e tattica tra le unità della Marina
Militare presenti nell’area e il naviglio nazionale di volta in volta interessato”.
Dal 2020 ad oggi si sono svolte tre esercitazioni antipirateria che hanno coinvolto le FREMM “RIZZO” e “MARTINENGO” e unità da carico del Gruppo Grimaldi e di Carbofin S.p.A..
In questa quarta esercitazione, invece, lo scopo è stato quello di mettere alla prova le procedure di
intervento della Marina Militare nel caso di un attacco di pirateria nei confronti di un’imbarcazione
che, sia per dimensioni che per caratteristiche, si differenzia dalle grandi navi da carico.