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Pubblicato rapporto sulle ricadute dell'estensione dell'ETS al trasporto marittimo

ETS navi, UE: nessuna tendenza di elusione

di Redazione

Il 18 marzo la Commissione Europea ha adottato la sua  prima relazione sull’attuazione dell’estensione del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS) al trasporto marittimo. La relazione fornisce un’analisi iniziale sulle ricadute di questa estensione, che riguarda circa 12 000 navi di grandi dimensioni ed è finalizzata a garantire il contributo del trasporto marittimo agli obiettivi climatici dell’Ue.

La relazione esamina in modo specifico il potenziale rischio di evasione ed elusione ma il risultato è che non ha trovato alcuna prova che i grandi cambiamenti nel mercato siano direttamente attribuibili all’introduzione dell’EU ETS. “Ad esempio, l’analisi dei dati sul traffico non evidenzia una tendenza generale alla delocalizzazione delle attività di trasbordo di container, né mette in luce prove chiare che suggeriscano che le compagnie di navigazione stanno aggiungendo fermate nei porti vicini di paesi terzi” si legge nella nota stampa diramata dall’UE.

“Inoltre, i dati non forniscono alcuna prova di un trasferimento modale verso il trasporto su strada o di un aumento dell’uso di navi più piccole, che potrebbero aver suggerito un comportamento evasivo. Analogamente, gli indicatori previsionali, compresi gli annunci di rotta e gli investimenti pianificati nei porti, non rivelano tendenze distinguibili che indichino un cambiamento generale del comportamento del mercato a causa dell’estensione dell’ETS, nonostante l’individuazione di alcuni casi isolati di potenziale elusione. Inoltre, la relazione non rileva alcuna prova di una riduzione dei servizi di trasporto marittimo verso le isole o le regioni ultraperiferiche dell’UE”.

Parallelamente, la Commissione ha adottato un’altra relazione che valuta la potenziale inclusione delle piccole navi di stazza lorda compresa tra le 400 e 5000 tonnellate nell’ambito del regolamento UE per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica (Mrv) delle emissioni di gas serra (Ghg) nel trasporto marittimo.

Dall’analisi emerge che oltre 5300 navi più piccole, che emettono circa 11 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, non sono attualmente contemplate dalla normativa. L’inclusione di queste navi potrebbe aumentare la quantità di emissioni contemplate dalla legislazione di circa il 9%, aumentando al contempo il numero di navi regolamentate di circa il 42%.

“In linea con l’impegno della Commissione di evitare oneri amministrativi sproporzionati, l’analisi ha esaminato i costi amministrativi delle procedure di monitoraggio, comunicazione e verifica. Si prevede che i costi amministrativi annuali ricorrenti connessi al monitoraggio, comunicazione e verifica per le navi più piccole saranno simili, se non leggermente superiori, a quelli delle navi più grandi” scrive la Commissione.

“Di conseguenza, l’equilibrio tra costi amministrativi e ulteriori emissioni di gas a effetto serra monitorate è meno favorevole per le navi più piccole. A sua volta, la relazione rileva che il valore attuale netto dei costi amministrativi aggiuntivi per le imprese e le autorità competenti è superiore al potenziale monetario di risparmi sulle emissioni di gas a effetto serra attribuibili al solo regolamento MRV marittimo”.

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