La compagnia di navigazione danese A.P. Moller – Maersk ha annunciato, sulla scia dei risultati record del primo trimestre, l’acquisizione per 838 milioni di dollari della Visible Supply Chain Management (Visible SCM), società di logistica business-to-consumer (B2C) che opera negli USA, unitamente all’intenzione di investire ulteriori 86 milioni di dollari per acquisire anche la B2C Europe. Queste due operazioni dovrebbero permettere ad A.P. Moller – Maersk di rafforzarsi nel mercato B2C puntando sulla logistica di ultimo miglio in Europa, USA e Asia.
La spinta che negli ultimi tempi le piattaforme digitali stanno imprimendo alla ridefinizione dei modelli di business è tale che anche il linguaggio comune si è dovuto adattare ad un fenomeno ormai in prepotente espansione. Sono stati ad esempio coniati neologismi quali “amazzonizzazione” (che prende spunto proprio dal modello di business creato da Amazon) e “uberizzazione” (in cui, in ossequio al modello Uber, i servizi e le prestazioni lavorative si trasformano da continuative in attività svolte soltanto su richiesta del consumatore), a conferma di come le piattaforme digitali stiano rivoluzionando anche il linguaggio tradizionale del business.
Dunque non sorprende la scelta di un operatore della portata di A.P. Moller – Maersk di investire sull’e-commerce che, in questo particolare momento storico, con un giro d’affari solo lo scorso anno di quasi 26 miliardi di euro, sembra essere il principale fattore di crescita dell’economia. Se in un primo momento era infatti la logistica, per la sua capacità di creare continuità tra canali fisici e quelli digitali, una delle chiavi di sviluppo dell’e-commerce, adesso la prospettiva si è ribaltata con l’e-commerce che pare essere diventato la locomotiva trainante della logistica.
Non è un caso che l’incremento esponenziale del commercio online stia generando importanti cambiamenti, non solo organizzativi ma anche fisici, nel settore della logistica: secondo un recente studio entro il 2025 saranno infatti necessari nella sola Europa oltre 300 milioni di metri quadri proprio per lo sviluppo della logistica dell’e-commerce (che in quell’anno potrebbe raggiungere, sulla base delle stime effettuate, un giro d’affari di circa 1,5 trilioni di dollari). La logistica del prossimo futuro dovrà dunque essere in grado di coniugare la capacità di offrire trasporti in tutti gli angoli del mondo con tempistiche di consegna, in qualunque località, sempre più ridotte.
In questo senso il last mile è sicuramente la chiave di volta per il successo dell’intero processo di delivery le cui dinamiche sono in grado di determinare la soddisfazione (o all’opposto l’insoddisfazione) del cliente. Le strategie dei grandi operatori sembrano dunque orientarsi al “think global and act local”: pensare globale e agire a livello locale così da arrivare all’end user senza snaturare il servizio o il prodotto.
Il concetto di globalizzazione non è più circoscritto alla mera internazionalizzazione delle attività, ma sta assumendo un significato molto più ampio e differente. Si sta assistendo a quel fenomeno che Zygmunt Bauman, sociologo che per primo ha segnalato come il termine globalizzazione fosse oramai inadatto a definire le nuove dinamiche dei mercati e dell’economia, ha etichettato come “Glocalizzazione” o “Glocalismo”, in cui il globale si autolimita per adattarsi alla realtà locale.
In questo conteso si inserisce la scelta di A.P. Moller – Maersk di ampliare la propria gamma di servizi di logistica integrata per fornire soluzioni omnichannel che si adattino sempre più alle esigenze dell’end user. Se dunque la partita tra i grandi operatori si sposterà dal terreno di gioco globale a quello locale, chi conquisterà l’ultimo miglio avrà molto probabilmente il controllo dell’intera filiera.
Il paradosso è che il controllo delle grandi direttrici di traffico potrebbe essere deciso proprio dalla gestione dell’ultimo miglio. Insomma, una nuova forma di globalizzazione (o glocalizzazione) con il micro che sembra prendere il sopravvento sul macro. Non sorprendono quindi le dichiarazioni rilasciate da Vincent Clerc, CEO di Maersk Ocean & Logistics, a margine dell’annuncio delle due operazioni, secondo cui “the acquisitions will provide Maersk with a strong growth platform in the rapidly evolving field of e-commerce, where our investments in digitalisation and integration will create significant synergies and make a big difference for customers’ ability to sell across multiple channels effectively. Furthermore, they will allow us to have a more comprehensive offering towards small and medium sized customers”.
Questa potrebbe dunque essere la posta in gioco e A.P. Moller – Maersk sembra essersi mossa con anticipo rispetto agli altri big carrier per offrire soluzioni differenti proprio agli small and medium sized customers. Sicuramente le decisioni di investimento tecnologico che le aziende prenderanno nel prossimo futuro saranno quelle che consentiranno di far acquisire vantaggi decisivi sulla concorrenza in termini di quote di mercato.
La strada sembra però già segnata: valorizzare le realtà locali all’interno di un contesto globale, cercando al contempo un punto di equilibrio imprenditoriale tra efficienza ed adattamento alle sempre nuove aspettative e necessità dei clienti. La corsa per la (e)logistica del futuro è già iniziata e si giocherà fino all’ultimo miglio.