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Le conseguenze dell'escalation della tensione nel Mar Rosso

Portacontainer, la flotta inattiva è ai minimi

di Redazione

Le deviazioni da Suez e i transiti obbligati dal Capo di Buona Speranza stanno sostenendo la domanda globale di tonnellaggio disponibile, riducendo complessivamente il numero di navi portacontainer poste in disarmo da parte dei carrier.

Ne dà conto Alphaliner in uno studio ripreso oggi dalla testata specialistica Lloyd’s List. Ad oggi meno dell’1% della capacità mondiale delle navi portacontainer è inattiva. Si tratta di un livello simile a quello registrato durante il periodo pandemico, quando il numero delle unità a riposo era arrivato a raggiungere a febbraio e marzo rispettivamente lo 0,7 e lo 0,9% della capacità mondiale, tra i valori più bassi mai toccati.

La circumnavigazione dell’Africa ha di fatto creato un mercato dove si è reso necessario da parte dei vettori il dispiegamento di una ulteriore quantità di capacità per garantire il rispetto delle schedule programmate nei traffici est-ovest dall’Asia all’Europa (e viceversa) originariamente in transito da Suez. Ne deriva che, almeno per il momento, in attesa della consegna delle nuove navi ordinate nei mesi precedenti, non ci sono unità navali in eccesso.

Intanto, i dati forniti dall’Ocean Timeliness Index (OTI) di Flexport evidenziano una stabilizzazione dei tempi medi per la consegna in Nord Europa di un container proveniente dall’Asia. Il tempo medio è ora di 65 giorni.

Se durante la pandemia ci volevano circa 80 giorni per fare lo stesso tragitto, durante il 2023, prima che gli attacchi Houthi alle navi commerciali stravolgessero il mercato, il tempo medio per raggiungere il Nord Europa dall’Asia si era attestato sui 45-50 giorni.