Si è concluso stamani, dopo dieci ore di trattative, il negoziato finale di trilogo tra Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio degli Stati membri sul regolamento FUEL EU Maritime. Che si propone di aumentare la domanda e l’uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel settore marittimo, attraverso la definizione di obiettivi di riduzione dell’intensità dei gas a effetto serra dell’energia utilizzata a bordo dalle navi.
L’accordo raggiunto nell’ambito della proposta FuelEU Maritime prevede che le navi riducano gradualmente le emissioni di gas serra (GHG): del 2% a partire dal 2025; del 6% a partire dal 2030, del 14,5% dal 2025, sino arrivare a un meno 80% a cominciare dal 2050.
Le misure si dovranno applicare alle navi di stazza lorda superiore alle 5000 tonnellate, responsabili per il 90% delle emissioni dio Co2 prodotte in ambito marittimo.
I negoziatori concedono inoltre più crediti sotto forma di compensazione delle emissioni agli armatori che dal 2025 al 2035 utilizzeranno combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) e fissa l’obiettivo del 2% quale quota di utilizzo di combustibili rinnovabili a partire dal 2034 se la Commissione Europea segnalerà che nel 2031 gli RFNBO ammontano a meno dell’1% nel mix di combustibili utilizzati per alimentare le navi.
E’ stato inoltre stabilito che la Commissione rivedrà le regole entro il 2028 per decidere se estendere i requisiti di riduzione delle emissioni alle navi più piccole o aumentare la quota di energia utilizzata dalle navi provenienti da paesi terzi.
Secondo l’accordo preliminare, a partire dal 2030 le navi portacontainer e le navi passeggeri saranno inoltre obbligate a utilizzare l’alimentazione a terra mentre sono ormeggiate in banchina nei principali porti dell’UE.
Per l’eurodeputata del gruppo Verdi/Ale, Jutta Pauluis, quello trovato alla fine del trilogo è un compromesso al ribasso: “L’Unione europea sta perdendo l’opportunità di fissare quote ambiziose per i combustibili marini sostenibili” ha detto.
“Invece di fare dell’Europa un leader nella ricerca e nello sviluppo di combustibili sostenibili e propulsione marina, l’UE si limita a quote microscopiche per il 2020 e non fornisce incentivi per ulteriori investimenti in carburanti sintetici sostenibili. Resta da sperare che i requisiti del regolamento vengano superati dalla realtà, perché le compagnie di navigazione ambiziose sono già in attesa dietro le quinte. Tuttavia, stasera è stato compiuto un passo avanti rispetto allo status quo: la prima legge al mondo per i carburanti alternativi nel trasporto marittimo internazionale”.