Accesso Porto Livorno
© Luigi Angelica
Focus

Sicurezza e semplificazione delle procedure doganali

GTS3, accesso intelligente al porto di Livorno

di Paolo Cioni

Responsabile Ufficio Controllo Accessi e Varchi dell’AdSP Mar Tirreno Settentrionale

 

Acquisizione contemporanea e in tempo reale di tutti i dati di un veicolo e di chi lo guida, relativa identificazione, matching con le informazioni in possesso delle altre autorità competenti, abilitazione all’accesso: sono queste in sintesi le caratteristiche dell’innovativo sistema di controllo per l’ingresso e il transito di persone e merci nell’area portuale di Livorno.

Con la recente firma del verbale di collaudo tecnico è infatti entrato finalmente in funzione il software GTS3 (Gate Transit Security) che permette di gestire in modo sicuro, efficiente e semplificato la procedura di transito dai varchi pubblici doganali Galvani, Valessini, Zara e Darsena Toscana.

Cercatene pure un analogo in tutta Italia, soltanto a Livorno troverete un sistema che non soltanto registra in contemporanea l’immagine del conducente in possesso del badge (confrontando in tempo reale la foto appena scattata con quella archiviata nei registri), la targa anteriore e posteriore del mezzo nonché il numero di serie del contenitore trasportato ma che dispone anche di un software che semplifica al massimo le procedure doganali per l’uscita della merce dal porto.

In collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e con la Guardia di Finanza, gli uffici dell’AdSP hanno infatti realizzato una procedura che non obbliga più il camionista a scendere dal mezzo per l’espletamento delle procedure doganali, consentendogli così di transitare velocemente a seguito dell’acquisizione telematica di tutti i dati necessari.

A tutto questo si aggiunge un sistema di videosorveglianza attivo H24 che assicura il controllo dei varchi e la registrazione di quanto accade nelle loro immediate vicinanze. Dati che vengono poi condivisi per via telematica con la polizia giudiziaria e gli istituti previdenziali, garantendo in tempo reale un prezioso scambio di informazioni: la consultazione di banche dati nazionali delle forze dell’ordine consente infatti di accertare l’eventuale presenza nel porto di persone o mezzi segnalati così come di comunicare posizioni lavorative irregolari.

Grazie all’accurato svolgimento delle istruttorie per il rilascio dei permessi possiamo affermare che il fenomeno del lavoro nero nel porto di Livorno è definitivamente scomparso.

L’attuale apparato costituisce in realtà la naturale evoluzione di quel GTS1 che nel 2002 ha comportato l’installazione di rilevatori di prossimità per la lettura dei badge di accesso, la realizzazione di un apposito software nonché la presenza di guardie giurate dedicate H24: un sistema di controllo e registrazione dei passaggi e della permanenza in ambito portuale che nei primi anni della sua applicazione ha tra l’altro progressivamente eliminato il fenomeno dei clandestini che si imbarcavano furtivamente sulle navi con destinazione Nord America.

In un settore altamente concorrenziale come il trasporto intermodale, efficienza e sicurezza sono gli elementi chiave per aumentare la competitività. La regolamentazione dell’accesso all’area portuale è un aspetto decisivo per lo sviluppo economico di uno scalo marittimo e il GTS3 assicura il completo controllo delle procedure di transito senza influire sull’intensa operatività quotidiana.

Soltanto nel 2017 sono stati registrati circa 2 milioni di ingressi e altrettante uscite attraverso i quattro varchi pubblici doganali del porto di Livorno. Senza tener conto dei permessi provvisori rilasciati, le persone che hanno operato stabilmente al suo interno sono state ben 17.909.

Per il settore dell’autotrasporto conto terzi è stato da tempo istituito un apposito registro che ha consentito il rilascio dei badge a circa 7.100 autisti. A questi si devono poi aggiungere spedizionieri, concessionari, addetti ai servizi portuali e ben 1.077 operatori legati al settore crocieristico (conducenti di taxi e di NCC, guide e accompagnatori turistici, ecc.).

Un flusso continuo di persone e mezzi che, grazie al supporto della tecnologia più avanzata, possono accedere in maniera ordinata e sicura all’interno dello scalo labronico e che al tempo stesso vengono monitorati in tempo reale dalle forze dell’ordine.

 

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