© Yoshi Canopus (CC BY-SA 2.5)
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Appello al Governo Trudeau

Costruttori canadesi: “una tassa sulle navi made in China”

di Redazione

Imporre dazi doganali del 100% non soltanto sulle auto elettriche ma anche sulle navi costruite in Cina.

E’ la richiesta fatta al Governo Trudeau dalla Canadian Marine Industry and Shipbuilding Association (CMISA), l’associazione che riunisce i principali operatori della cantieristica navale nazionale.

Commentando la decisione del Canada di annunciare il mese scorso un dazio del 100% sulle auto elettriche di produzione cinese e un dazio del 25% su acciaio e alluminio, la CMISA rivendica pari attenzione per il settore cantieristico.

“L’industria navale cinese opera secondo la dottrina della fusione civile-militare in base alla quale le esportazioni di navi commerciali vengono sovvenzionate per rafforzare le capacità militari del paese” spiega in una nota l’Associazione.

“Gli stessi cantieri navali che producono traghetti e navi mercantili per il mercato globale vengono utilizzati anche per costruire navi da guerra per la Marina dell’Esercito popolare di liberazione cinese (PLAN), alimentando così la sua rapida e aggressiva espansione navale” aggiunge la CMISA, sottolineando che “la marina cinese continua a crescere, utilizzando la propria flotta per sfidare gli interessi canadesi e quelli dei nostri alleati in regioni che si estendono anche alle acque artiche”.

La CMISA esprime profondo malcontento per la decisione della Marine Atlantic, una società della Corona federale canadese foraggiata dallo stesso Governo, di noleggiare dall’armatore svedese Stena un traghetto costruito appositamente a Weihai, in Cina, da utilizzare per il servizio sulla costa atlantica del Canada.

“Questa nave – scrive l’Associazione – è stata recentemente consegnata e ha iniziato il suo contratto di locazione quinquennale”. Secondo la CMISA l’opzione di leasing, che dà alla Marine Atlantic la possibilità di acquistare il traghetto in secondo momento, è stata progettata per eludere il controllo pubblico.

“Pochi governi occidentali sosterrebbero la costruzione di una nave di proprietà dei contribuenti cinesi, eppure una società della Corona canadese lo ha fatto indirettamente attraverso questo contratto di locazione” è il grido di allarme dell’Associazione, che pure si sforza di guardare al domani con ottimismo:  “L’aspetto positivo – sottolinea –  è che Marine Atlantic ha ora cinque anni per collaborare con il settore della costruzione navale canadese e garantire una soluzione made in Canada  non appena sarà scaduto il contratto di locazione”.

Esprimendo forti preoccupazioni per gli scadenti standard ambientali e lavorativi in cui operano i cantieri navali cinesi, la CMISA richiede un’azione immediata e decisiva. “Raccomandiamo l’imposizione di una sovrattassa su tutte le navi di costruzione cinese importate in Canada e chiediamo che venga vietato a qualsiasi ente governativo o società della Corona di acquisire o noleggiare navi di costruzione cinese” è la richiesta dell’Associazione, secondo la quale “è fondamentale che il governo adotti queste misure per proteggere le industrie canadesi, sostenere la sicurezza nazionale e garantire che le nostre politiche economiche siano coerenti con il nostro impegno nei confronti dei diritti umani e delle pratiche commerciali etiche”.

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